Fondazione Theodora: i Dottor Sogni tornano in presenza anche all’Ospedale Buzzi di Milano
I Dottor Sogni di Theodora tornano in presenza anche all’Ospedale Buzzi di Milano. Sono due i programmi che riprendono, a sostegno dei bambini ricoverati e delle loro famiglie, grazie ai sorrisi, all’ascolto e all’empatia dei Dottor Sogni; artisti professionisti, assunti e specificamente formati dalla Fondazione per operare in reparti pediatrici di alta complessità in sinergia con il personale ospedaliero, nell’ambito di un processo di cura integrato del piccolo paziente.
Il programma di Accompagnamento Chirurgico prevede appunto l’accompagnamento dei piccoli pazienti dei reparti di Chirurgia Pediatrica e Ortopedia e Traumatologia Pediatrica, durante le fasi pre e post-operatorie, oltre che l’assistenza alle famiglie durante l’intervento. Il programma, avviato nel 2015 come un progetto pilota, è oggi uno dei pilastri dell’azione di cura e vicinanza ai bambini ospedalizzati e delle loro famiglie di Theodora, non solo al Buzzi.
Tornano anche le Visite Individuali presso i reparti di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva Pediatrica, Chirurgia Pediatrica e Ortopedia Pediatrica.
Questo programma è attivo presso l’ospedale Buzzi già dall’anno 2000, con i Dottor Sogni impegnati a visitare circa duemila bambini ogni anno. “Stiamo gradualmente tornando nelle strutture in cui operavamo prima dell’emergenza sanitaria. Rientriamo al Buzzi, che tutti conosciamo come l’ospedale dei bambini, con emozione e gioia. Rientrare in presenza nei reparti con i Dottor Sogni significa per noi poter lavorare su quel concetto di cura integrata che considera l’essere umano nella sua totalità che dal 1995 portiamo avanti in Italia, e sul quale continuiamo costantemente a lavorare, formarci, condividere esperienze e conoscenze” commenta Emanuela Basso Petrino, Consigliere Delegato di Fondazione Theodora.
“Finalmente all’ospedale Buzzi! Dopo due anni, l’accoglienza calorosa di medici, infermieri, personale sanitario, famiglie e bambini è stata emozionante! Ho avuto l’impressione di trovarmi in un posto diverso, me lo ricordavo più grande e anche più nuovo, forse non solo noi persone abbiamo sentito la fatica degli ultimi due anni, forse anche l’ospedale è rimasto segnato da tanti cambiamenti. La cosa più importante è che eravamo e siamo rimasti aperti alla relazione. Un sorriso, un abbraccio virtuale e gli occhi che parlano al posto delle bocche coperte da mascherine, non nascondono la voglia di normalità” dichiara la Dottoressa Bonsai