Frase choc sullo stupro di Rimini: Lai Momo sospende il mediatore
BOLOGNA – Abid Jee, il mediatore culturale protagonista di un commento choc sullo stupro di Rimini, e’ stato sospeso in via cautelativa dalla cooperativa sociale Lai Momo di Bologna per la quale lavora e che ha avviato su di lui anche una procedura disciplinare. A renderlo noto e’ la stessa organizzazione, in un comunicato nel quale conferma che il giovane e’ “un nostro dipendente, che ha collaborato occasionalmente da dicembre 2016 e, a partire dal 5 agosto 2017, e’ stato assunto a tempo determinato, per una sostituzione di malattia con mansioni di operatore dell’area sociale”. Il suo contratto, spiega Lai Momo, e’ arrivato dopo una selezione e, appunto, un “periodo di collaborazione occasionale in cui sono state verificate la correttezza e professionalita’ del suo operato, che ci sono state confermate oggi dai coordinatori e dai colleghi a lui piu’ vicini, scossi e stupiti dal suo commento Fb, che mai avrebbero immaginato e dal quale, ovviamente, si dissociano completamente”.
La cooperativa sociale ci tiene a precisare che il mediatore si e’ espresso a titolo personale, con “affermazioni che la nostra cooperativa condanna fermamente in quanto di una gravita’ inaudita e profondamente contrarie ai principi e valori che sono alla base del nostro pensiero e da sempre orientano il nostro modo di lavorare”. Per questo, spiega Lai Momo, “al di la’ di ogni ferma condanna morale gia’ espressa, riteniamo che questo comportamento abbia danneggiato gravemente la nostra immagine e abbiamo preso fermi provvedimenti, in base a quanto consentito dalla legge. Nel rispetto delle disposizioni vigenti e del contratto nazionale di lavoro delle cooperative sociali, abbiamo avviato oggi una procedura disciplinare e contestualmente abbiamo sospeso il dipendente in via cautelativa da ogni attivita’ lavorativa”.
In queste ore, il profilo Facebook di Abid Jee e’ stato sommerso da oltre 600 commenti, per la maggior parte insulti, minacce e ‘auguri’ di morte, al punto che il giovane pare aver chiuso la pagina. Allo stesso modo, anche il profilo social di Lai-Momo, dopo il primo post in cui confermavano che il mediatore era un loro dipendente, e’ stato preso d’assalto da quasi 500 commenti in cui si invoca il licenziamento immediato del giovane. In tanti, pero’, chiedono anche sia l’espulsione del mediatore culturale sia la chiusura della stessa cooperativa sociale. Non a caso, la decisione di sospendere Abid Jee ha suscitato un altro vespaio di proteste social.
“Lai-momo seleziona i propri collaboratori a partire dall’analisi dei curriculum che riceve- ci tiene a precisare la cooperativa sociale- ai quali, in caso di interesse, fa seguire la convocazione ad alcuni colloqui di valutazione, durante i quali rileva la compatibilita’ dell’approccio professionale del candidato all’ambito in cui dovra’ operare”. Lai Momo ci tiene a precisare che “non e’ consentito dalla normativa vigente in materia di riservatezza dei dati sensibili effettuare accertamenti o indagini sulle opinioni personali dei collaboratori, in fase di selezione e nel corso del rapporto di lavoro”. Nel momento in cui il candidato supera la selezione, spiega ancora la cooperativa sociale, “ha luogo la condivisione di un codice etico redatto appositamente per tutte le attivita’” che vengono svolto, con la firma del quale “si richiede al candidato la corrispondenza a un codice di comportamento ispirato ai valori e ai principi che sono alla base dell’operato della coop”, precisa Lai Momo. (DIRE)