Giornata mondiale umanitaria

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ROMANegli ultimi 19 anni quasi 4 mila operatori umanitari sono stati vittime di attacchi mentre facevano il loro lavoro, aiutare gli altri: più di un terzo (1.451) sono stati uccisi, 1.353 sono rimasti feriti e 1.076 sono stati rapiti. Per rendere omaggio al loro impegno, il 19 agosto di ogni anno si celebra la Giornata mondiale dedicata agli operatori umanitari. La data scelta ricorda il giorno del 2003 in cui 22 persone, tra cui l’inviato delle Nazioni Unite Sérgio Vieira de Mello, persero la vita nell’attentato al quartier generale dell’Onu a Baghdad, in Iraq. Obiettivo della Giornata mondiale è quello di onorare gli operatori del settore e promuovere il rispetto delle norme umanitarie internazionali, quelle che cercano di limitare gli effetti dei conflitti armati sulla popolazione civile. Negli ultimi due decenni l’aumento delle violazioni dei principi umanitari, l’insicurezza crescente e i continui conflitti hanno impedito agli operatori umanitari di portare l’aiuto necessario alla popolazione. Anche l’Ufficio della Commissione europea per gli aiuti umanitari promuove una campagna per sostenere la Giornata mondiale che proseguirà fino al 28 agosto.

I dati dicono, infatti, che sono i civili quelli maggiormente colpiti da conflitti armati e guerre. Nel 2014 l’80 delle vittime di mine antiuomo erano civili e il 92 per cento delle persone uccise o ferite in attacchi in zone abitate sono civili. Si calcola che nel 2015 sono circa 130 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria, 60 milioni quelle che sono state costrette ad abbandonare la propria casa in 37 Paesi.

Oggi il 43 per cento delle persone vive in una situazione di fragilità, entro il 2030 saranno il 62 per cento. “Chiedo ai leader mondiali di mettere l’umanità – il rispetto per la dignità, la sicurezza e il benessere dei cittadini – in cima a tutte le loro politiche, strategie e decisioni”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon lo scorso maggio a Istanbul in occasione del “World humanitarian summit”, il primo vertice mondiale delle Nazioni Unite sui problemi umanitari a cui hanno partecipato i rappresentanti governativi dei Paesi aderenti all’Onu, delle agenzie umanitarie e della società civile.

Cinque le responsabilità che Ban Ki Moon, nel Report “Agenda for humanity” chiede ai leader mondiali di assumersi: prevenire e porre fine ai conflitti, rispettare i principi umanitari, non lasciare nessuno indietro, cambiare la vita delle persone non solo portando aiuti ma facendo sì che non ci sia più bisogno di questi, investire nell’umanità. A oggi oltre 20 mila persone nel mondo hanno scelto di sostenere l’Agenda. (Agenzia Redattore Sociale)

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