Giovane gambiano ferito a Ballarò, “non è stata una rissa tra immigrati”
PALERMO – “Non è stata una rissa tra immigrati”. Lo sottolineano con forza 15 associazioni di Palermo in merito alla grave aggressione subìta dal ventunenne gambiano Yusupha Susso sabato scorso in via Fiume nella popolare zona del mercato di Ballarò. Secondo la ricostruzione, tre giovani ragazzi gambiani dopo alcuni insulti sono stati aggrediti da un gruppo di sei italiani, uno dei quali era armato di pistola. In seguito all’aggressione Yusupha Susso ha riportato una ferita alla testa e ora è in coma farmacologico all’ospedale civico di Palermo.
“È molto grave che certa stampa abbia immediatamente riportato il fatto come ‘una rissa tra extracomunitari’ senza cercare gli opportuni riscontri – scrivono in una nota le associazioni -, dando occasione di fomentare l’odio razzista in tanti commenti on line che hanno strumentalizzato la falsa notizia. Quanto accaduto è solo l’ultimo atto di una serie di episodi sommersi di prepotenza e intolleranza e si inserisce in un quadro di violenza diffusa che pervade in maniera crescente la nostra città trovando nei soggetti più deboli, come molti migranti, le prime vittime e i principali capri espiatori. La nostra solidarietà va al ragazzo ferito e a chiunque è oppresso da questo clima di prevaricazione e violenza. Oggi più che mai è necessario riaffermare la città di Palermo come uno spazio di rispetto reciproco e di diritti tutelati”. La nota è firmata da Forum Antirazzista Palermo; Laici comboniani; Arci Palermo; L’Altro Diritto Sicilia; Centro Salesiano Santa Chiara; Associazione Diritti e Frontiere; Confederazione Cobas; Borderline Sicilia e Borderline-Europe; Ciss Cooperazione Internazionale Sud Sud; Osservatorio Discriminazioni Razziali Noureddine Adnane; Emmaus Palermo; Libera Sicilia; Addiopizzo; Handala; Scuola di italiano per stranieri, Università di Palermo.
A parlare è anche Murio Razafindrakoto da nove anni a Palermo, presidente dell’associazione sportiva dilettantistica Extra dove da due anni Yusupha giocava a calcio. L’associazione porta avanti una squadra composta da calciatori prevalentemente africani provenienti da vari paesi: Senegal, Ghana, Gambia, Madagascar e Costa d’Avorio. “La nostra associazione è aperta a tutti e abbiamo anche un portiere romeno. Yusupha è un ragazzo bravissimo che giocava con noi da due anni. Quello che è successo è stato molto brutto. Adesso abbiamo paura e vorrei dire a tutti gli altri ragazzi di stare molto attenti. Nello stesso tempo dobbiamo avere il coraggio di non arrenderci ma di andare avanti insieme anche a tante associazioni di italiani che da sempre ci sono vicine. Speriamo che Yusupha ce la faccia”.
“L’integrazione dei migranti in città è un fatto incontestabile, nelle scuole aumentano i bambini delle seconde generazioni, e nelle case e nei luoghi di lavoro sono sempre più numerosi i lavoratori ‘stranieri’ ma cittadini di fatto – scrive nel suo blog ‘diritti e frontiere’ Fulvio vassallo Paleologo -. Sabato scorso è avvenuta un’aggressione che, dopo una banale lite, ha assunto tutti i connotati della premeditazione. Non si può parlare certo di una ‘rissa’ come hanno raccontato i primi commentatori ma di un grave episodio di violenza che per poco non si è concluso con l’uccisione del giovane studente gambiano, attualmente tra la vita e la morte in rianimazione, dopo che una pallottola gli ha trapassato il cranio. Chi ha sparato voleva uccidere”. “Tutti possono constatare che gli immigrati presenti a Palermo hanno cercato di restare, come meglio hanno potuto, nell’alveo della legalità – continua Vassallo Paleologo -. A differenza di quanto avviene in altre città, Palermo non ha avuto fenomeni di violenza con protagonisti piccoli gruppi di immigrati organizzati in bande, e non si registrano gli episodi quotidiani di razzismo frequenti in altre città”. (Agenzia Redattore Sociale)