Gramsci, i suoi 44 giorni a Ustica in un documentario
MILANO – La cultura come forma di riscatto. Non solo per le persone destinate al confino, ma anche per gli abitanti di una piccola isola del Mediterraneo: Ustica. Così succede che la realtà, mirabilmente fusa con la finzione, riesca a creare un’opera che diventa la testimonianza della cultura vista come forma estrema di resistenza. Accade in Gramsci 44, il documentario del regista reggino Emiliano Barbucci, presentato sabato pomeriggio alla Spazio Oberdan di Milano, nell’ambito della XIV edizione del Festival Il cinema italiano visto da Milano. L’opera, scritta da Emanuele Milasi, prodotta dalla RamFilm e finanziata da Sicilia Film Commission, racconta i 44 giorni a Ustica di Antonio Gramsci, tra il dicembre 1926 e il gennaio 1927.
Gramsci 44 fonde la realtà del documentario, attraverso le riprese degli abitanti dell’isola siciliana, e l’umanità del fondatore del Partito comunista ricostruita attraverso le lettere dell’intellettuale italiano. Girato negli stessi periodi dell’esilio del politico l’opera, se da una parte mette in evidenza il lascito culturale di cui l’intera isola è ancora permeata, dall’altra racconta un Gramsci inedito. Un intellettuale che, attraverso la costruzione di una scuola clandestina, ha cercato di evitare la fase di abbrutimento cui il confino l’avrebbe portato. Così tra le testimonianze degli usticesi, in cui la figura di Gramsci è ancora presente, e la parte ricostruita che racconta la formazione della scuola clandestina, il documentario pone l’accento sull’importanza della cultura. Come forma di riscatto sociale.
“Gramsci ha messo sotto scacco il regime fascista, perché nel luogo di confino ha creato una scuola, e avviato una rivoluzione culturale e sociale che è ancora presente – ha detto Emiliano Barbucci – la scuola è stata vista con curiosità dalla popolazione, anche grazie al modo in cui gli intellettuali si sono posti. Erano sia insegnanti che allievi. Gli intellettuali volevano coinvolgere i residenti, dotandoli degli strumenti per la libertà”. Così il documentario si arricchisce dei racconti di chi ha incontrato Gramsci, di chi ha sentito le narrazioni sul politico, e di chi ancora ha studiato la figura dell’intellettuale.
Il testo, scritto da Emanuele Milasi, nasce dall’idea di Barbucci dopo un lungo lavoro di ricerca antropologica sulle popolazione delle isole minori. E arrivato a Ustica il regista ha sentito il “fantasma” di Gramsci nei racconti e nei ricordi della popolazione. Da qui la decisione di scrivere un documentario dedicato all’esilio usticese di Gramsci. “Abbiamo girato in due periodi diversi – ha detto Milasi – prima abbiamo fatto le riprese per il documentario, ma una volta concluse ci siamo resi conto che mancava qualcosa. Mancava proprio Antonio Gramsci”. Da qui la decisione di scrivere la parte della finzione cinematografica: “Ho cercato di ricostruire la figura del politico basandomi sulle lettere scritte dal carcere, cercando di fare uscire la parte umana”.
Evitando quindi la visione macchiettistica che spesso accompagna la figura del grande intellettuale italiano. Questo è successo anche grazie all’apporto di Peppino Mazzotta: “Peppino – ha proseguito Milasi – si è calato nella parte. Ha letto il copione, le lettere e ha cercato di dare vita a un personaggio vero e umano”. Una sfida importante per quella che Milasi ha anche definito “responsabilità. Non potevamo tradire l’immaginario di Gramsci, potevamo solo proporre il nostro Gramsci”, un intellettuale umano che dall’esilio scrive alla cognata e alla moglie, descrivendo la scuola e le passioni portate avanti sull’isola. “Peppino – ha continuato Milasi – è riuscito a dare una certa fisicità e una certa consistenza spirituale al personaggio che abbiamo disegnato”.
Il racconto inizia con l’arrivo del politico a Ustica. Lui, in catene, è sbarcato sull’isola in compagnia di altri intellettuali, come Amedeo Bordiga, colui che ha portato l’elettricità sull’isola costruendo un gruppo elettrogeno. E la piccola isola è diventata quindi il luogo in cui fare incontrare esperienze e culture. Un luogo di alfabetizzazione e di riscatto sociale.
La troupe si è trasferita sull’isola per circa 20 giorni, dal dicembre 2013 a gennaio 2014. “Ho preferito girare in inverno – ha detto Barbucci – per rimanere fedele al periodo di permanenza di Gramsci sull’isola. Lui ha vissuto a Ustica per 44 giorni e l’ha fatto nel periodo invernale. Per me era necessario girare nello stesso periodo”. Così le atmosfere “invernali”, che richiamano l’idea dell’esilio, sono state rese dalle immagini di Daniele Ciprì, “la fotografia non rispecchia l’idea del Sud, che solitamente è solare e colorato. Ustica è un’isola in mezzo al mare”.
Il film, su stessa ammissione di Milasi e Barbucci “è corale. Ognuno ha messo del suo, la fotografia nera di Ciprì da una parte, il racconto di un’amicizia tra due persone (Gramsci e Bordiga, ndr) che in opposizione in politica hanno un bel rapporto, ma anche la visione della resilienza”. Quella di chi vive spesso in terre di “confino” e che con la cultura porta avanti la resistenza.
Enrica Tancioni
Crediti:
Regìa: Emiliano Barbucci
Direttore della fotografia: Daniele Ciprì
Direttore di Produzione: Maria Milasi
Produttore Esecutivo: Americo Melchionda
Scritto da Emanuele Milasi
Musiche originali: Marco Betta
Finzione
Antonio Gramsci: Peppino Mazzotta
Amadeo Bordiga: Americo Melchionda
Piero Ventura: Davide Cirri
Tabaccaia: Maria Milasi
Popolano: Maurizio Spicuzza
Costumi: Maria Adele Cipolla
Scenografia: Giuseppe Colletti
Trucco & parrucco: Gli Aguglia consulenti d’immagine
Assistente operatore: Mauro Calanca
Aiuto operatore: Alessandro Cartosio
Segretaria di edizione: Maria Rosa Strano
Capo Macchinista: Massimo Lazzara
Macchinista: Vincenzo Navarra
Fonico: Luca Bertolin
Microfonista: Danilo Romancino
Elettricista: Carmelo Guttadauro La Blasca
Autisti: Paolino Noto, Gaetano Taranto
Documentario
Aiuto Regia: Bernardo Giannone
Camera: Alessandro Cartosio
Assistente operatore: Stefano Coco
Fotografo di Scena: Mathia Coco
Grafica Locandina: Angelo Alessandrini
Post Produzione: Frame by Frame
Coordinatore di post produzione: Primo De Santis
Digital Color Grading: Christian Gazzi
Sound Mix: Sandro Rossi
Traduzione sottotitoli: Valentina Spicuzza
In collaborazione con: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – MIBAC – Direzione Generale Cinema; Ministero dello Sviluppo Economico – MISE – Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica; Regione Siciliana – Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo – Dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo; Sensi Contemporanei; Sicilia FilmCommission.
Questa produzione è parte del Programma Sensi Contemporanei Cinema e Audiovisivo.
Partner
Comune di Ustica, Istituto Gramsci Siciliano, Centro Studi Ustica.