Grazia per Snowden: l’appello delle organizzazioni per i diritti umani al presidente Obama
Amnesty International, l’Unione americana per le libertà civili e Human Rights Watch, insieme ad altre organizzazioni e singole personalità, hanno lanciato un appello al presidente degli Usa Barack Obama invitandolo a porsi dal lato giusto della storia concedendo la grazia a Edward Snowden, che rischierebbe altrimenti di passare decenni in carcere per aver preso posizione in favore dei diritti umani.
Alla vigilia della prima statunitense del film di Oliver Stone (prossimamente in uscita nelle sale italiane, distribuito da Bim e col patrocinio di Amnesty International Italia), l’appello chiede a Barack Obama, prima di concludere la sua presidenza, di graziare l’ex contractor dell’Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) che dal 2013 si trova in esilio in Russia.
Ai sensi dell’articolo II, sezione 2 della Costituzione, il presidente degli Usa ha il potere di graziare imputati di reati federali.
“Snowden ha chiaramente agito nell’interesse pubblico: ha dato vita a uno dei più importanti dibattiti sulla sorveglianza governativa da decenni a questa parte, contribuendo alla nascita di un movimento globale in difesa della privacy nell’era digitale. Punirlo darebbe un messaggio pericoloso: chi assiste in segreto a violazioni dei diritti umani non dovrebbe rivelarle” – ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International.
“È ironico che sia Snowden a essere trattato come una spia, quando il suo atto di coraggio ha attirato l’attenzione sul fatto che i governi di Washington e di Londra stavano spiando illegalmente milioni di persone senza il loro consenso” – ha sottolineato Shetty.
“La sorveglianza di massa rivelata da Snowden ha conseguenze sui diritti umani delle persone in ogni parte del mondo. La nostra nuova campagna invita l’opinione pubblica a sollecitare la grazia e a riconoscere a Snowden il merito di aver stimolato le persone a pretendere il rispetto della loro privacy” – ha aggiunto Shetty.
Nel 2013, Snowden condivise con un gruppo di giornalisti una serie di documenti dell’intelligence statunitense, che aveva raccolto mentre lavorava come contractor all’Nsa. Quei documenti rivelarono la dimensione delle operazioni di sorveglianza elettronica dei governi degli Usa e del Regno Unito, estesa al controllo delle attività telefoniche e su Internet di milioni di persone nel mondo.
A seguito delle rivelazioni di Snowden, il presidente Obama emise una direttiva per chiedere alle agenzie d’intelligence di apportare significative modifiche ai programmi di sorveglianza.
Nel 2015, per la prima volta dopo quasi 40 anni e dopo che una corte federale aveva giudicato illegale la raccolta d’informazioni da parte dell’Nsa su praticamente ogni utenza telefonica domestica, il Congresso ha rimesso sotto il suo controllo i programmi governativi di sorveglianza.
Amnesty International ha ripetutamente chiesto al governo statunitense di annullare le accuse contro Snowden o quanto meno di considerare, nel caso di un processo, l’attenuante di aver agito nell’interesse pubblico.
Tuttavia, tre anni dopo le sue rivelazioni, Snowden si trova in una sorta di limbo in Russia, sotto la minaccia delle leggi sullo spionaggio della Prima guerra mondiale che potrebbero costargli gravi imputazioni in caso di rientro negli Usa. Per questo, la grazia presidenziale è la migliore opportunità per restituire la libertà a Snowden.
“Snowden dovrebbe essere ricordato come un campione dei diritti umani per l’azione pubblica che ha svolto. Resterebbe una grave macchia sul ricordo della presidenza Obama se lasciasse l’incarico con Snowden ancora in esilio in Russia, separato dalla sua famiglia e trattato come un nemico dello stato” – ha commentato Shetty.
“Le accuse nei suoi confronti derivano da leggi fuori dal tempo e comunque non avrebbero mai dovuto essergli mosse. Chiediamo ai nostri sostenitori di unirsi a noi per chiedere al presidente Obama di rimediare a una grave ingiustizia e per ribadire che chi rivela informazioni d’interesse pubblico e coloro che agiscono in nome dei diritti umani devono essere protetti” – ha concluso Shetty.
“Casi come quello di Snowden costituiscono esattamente la ragione per cui è prevista la grazia presidenziale. Alcuni presidenti hanno usato questo potere per graziare persone che avevano commesso azioni riprovevoli. Il presidente Obama, invece, ha l’opportunità di riconoscere una delle più importanti rivelazioni di informazioni d’interesse pubblico della storia moderna. Alla luce del contributo estremamente concreto dato da Snowden al dibattito democratico nel mondo, dovremmo discutere su come ringraziarlo e non su come punirlo” – ha commentato Ben Wizner, avvocato di Snowden e direttore del programma Tecnologia, privacy e libertà di parola dell’Unione americana per le libertà civili.
La petizione può essere sottoscritta solo dai residenti negli Usa cliccando qui (Comunicato Stampa)