Hotspot Lesbo, lascia anche Oxfam: “Luogo disumano, non saremo complici”

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ROMADopo Unhcr e Medici senza frontiere, anche Oxfam sospende le attività all’interno dell’hotspot di Moria nell’isola di Lesbo, trasformato dopo i recenti accordi Ue-Turchia in un centro di detenzione. L’annuncio ufficiale è arrivato oggi, dopo che l’organizzazione aveva già fortemente limitato il suo impegno nel centro. La decisione è motivata dalla volontà di non voler essere complice di un “sistema iniquo e disumano in cui è richiesto di lavorare in centri chiusi, dove il rispetto dei diritti fondamentali non può essere garantito. L’assistenza umanitaria dovrebbe essere fornita in un ambiente dove i rifugiati possano godere della libertà di muoversi”.

“Il nostro ritiro da Moria è il tragico risultato di come la crisi migratoria si stia gradualmente trasformando in una crisi morale dell’Europa. – sottolinea Giovanni Riccardi Candiani, responsabile di Oxfam in Grecia – Se neppure i leader europei non sono più in grado o non vogliono difendere i diritti fondamentali delle persone, chi altro lo farà?”. Nonostante il ritiro dal centro, Oxfam continuerà l’impegno nell’assistenza umanitaria alle persone che si trovano in grave stato di bisogno.

“A fronte del vertiginoso aumento degli arrivi a Moria negli ultimi giorni, le autorità greche stanno trasformando le strutture di accoglienza in centri dove le persone sono di fatto detenute e dove, secondo quanto previsto dall’accordo della scorsa settimana, resteranno in attesa fino al loro ritorno in massa in Turchia. La libertà di movimento a Moria non è garantita: il campo è ora sotto l’autorità del Ministero dell’Interno”, sottolinea l’organizzazione . “L’Europa ha di fatto sospeso il diritto di queste persone a chiedere protezione in Grecia. E tutto ciò è incomprensibile. – afferma Elisa Bacciotti, direttrice del Dipartimento Campagne di Oxfam Italia – La detenzione di persone che non hanno commesso alcun crimine e che hanno rischiato la vita per una maggiore sicurezza e un futuro migliore, è un’ offesa a quei valori che l’Europa ha difeso in passato con forza”.

Oxfam ha iniziato le attività in Grecia nel settembre 2015, quando la situazione delle persone in arrivo dalla Turchia è peggiorata rapidamente, fornendo cibo e acqua potabile, oltre che beni essenziali per i rifugiati e i migranti. Nel campo di Moria, in particolare, le condizioni igieniche e sanitarie sono assai precarie. Oxfam ha, a tal proposito, commissionato la realizzazione di una serie di servizi igienici. Un lavoro che, nonostante la sospensione delle attività, sarà completato. L’assistenza umanitaria di Oxfam proseguirà nel campo di Kara Tepe, che è gestito dalla municipalità di Lesbo, dove i migranti godono ancora della libertà di movimento. (Agenzia Redattore Sociale)