“Il Cie di Milano non deve riaprire”
ROMA – “Non riaprite quelle gabbie”. E’ l’appello lanciato dalla Campagna nazionale LasciateCIEntrare in questi giorni sul rischio riapertura di alcuni Cie oggi chiusi. “La notizia circola già da fine settembre – spiega una nota della campagna -, fra le righe di un documento del ministero dell’Interno definito “Road Map”. Nella strategia proposta per affrontare i problemi derivanti dall’arrivo di richiedenti asilo, molti dei quali non saranno messi in condizione di esercitare il proprio diritto e verranno considerati “migranti economici irregolari”, si definisce l’ipotesi di riaprire Cie oggi chiusi”. Secondo nuove fonti giornalistiche, aggiunge la nota, “il primo dei centri, oggi funzionante per accogliere profughi, dovrebbe essere quello di Via Corelli, nella periferia di Milano”.
Secondo la campagna “l’Italia sta divenendo sempre più il punto di snodo per i rimpatri, nel 2015 circa 16 mila cittadini considerati non aventi diritto a restare in Italia, sono stati rimandati nel proprio paese e la politica degli hotspot che servirà a separare chi potrebbe aver diritto a protezione a chi non è considerato, in base alla provenienza, degno di restare, aumenterà il numero dei rimpatri forzati”. Secondo i responsabili della campagna, i Cie “serviranno anche a questo, a rimandare indietro, in paesi considerati “sicuri” come la Nigeria, il Pakistan, forse l’Afghanistan, coloro la cui richiesta dovrebbe invece essere vagliata, secondo le convenzioni internazionali, in base alla situazione individuale. Per costoro invece si preparano lunghi periodi di internamento, in attesa delle risposte delle commissioni preposte e poi il rimpatrio forzato”.
Per la campagna, il Cie di Milano “ha alle spalle una storia di sangue, di violenza, di sopraffazione e di costante deprivazione della dignità e della libertà, diritti inviolabili di ogni essere umano – aggiunge la nota -. La sua chiusura ha segnato un piccolo passo in avanti nella civiltà e nella dignità di Milano. Nella città si avvicina una importante tornata elettorale. Ci assumiamo la responsabilità di affermare che non considereremo interlocutori, coloro che appoggeranno tale decisione, che va in direzione contraria della garanzia e della difesa dei diritti umani. Il Cie di Via Corelli non deve riaprire e i centri ancora operanti vanno chiusi. Nel documento del Ministero si accenna anche alla riapertura del Cie di Gradisca D’Isonzo, quelli di Crotone e Brindisi sono stati già parzialmente riaperti. LasciateCIEntrare si batterà per impedire che ognuna di queste strutture ricominci a funzionare come luogo di detenzione di esseri umani”. (Redattore Sociale)