Immigrazione, CGIL Crotone su lettera sindaco a Renzi: “La solita arte del lamento”
CROTONE – La lettera del sindaco di Crotone, Ugo Pugliese, indirizzata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sul tema dell’immigrazione, nella quale si evidenziavano le difficoltà degli enti locali a realizzare una buona accoglienza, non trova consensi nella CGIL. Il sindacato, infatti, ritiene la missiva del primo cittadino “Intempestiva”, priva di proposte concrete, oltre che fomentatrice di una “guerra fra poveri”. Insomma, un’espressione dell’ “arte del lamento”.
Di seguito il comunicato stampa a firma di Elsa Bonazza, segretario confederale CGIL Crotone.
“Se Renzi si scaglia contro l’Europa, perché si rifiuta di assumersi le sue responsabilità sull’emergenza migranti , che dovrebbe dire il Comune di Crotone? E’ la domanda che si pone, legittimamente, il Sindaco Pugliese nella sua missiva al Presidente del Consiglio. Mettendo così le mani avanti sul disastro che potrebbe derivare dai continui interventi che la Città è costretta a fare su sbarchi e rilasci di permessi di soggiorno. Ed in realtà, aggiungere disastri a disastri non gioverebbe molto.
Una lettera, quella del Sindaco di Crotone, che potrebbe sembrare intempestiva in considerazione del fatto che Crotone questi sbarchi, e la presenza costante di migranti presso il Cara di Isola Capo Rizzuto, non è certo da ieri che li gestisce.
E’ dunque cambiato qualcosa rispetto ai mesi ed anni precedenti tanto da giustificare una siffatta lettera al Presidente del Consiglio?
Può darsi che, in seguito alla citata protesta dell’Italia, l’Europa si decida finalmente a fare le cose seriamente e, tra queste cose, anche ad inviare risorse e mezzi ai paesi e città che sono costretti, loro malgrado, ad occuparsi del problema. E poiché nella lettera nulla si aggiunge, in termini di preoccupazione, alla situazione preesistente può darsi che sia stata questa eventualità a suggerire al Sindaco di ricordare al governo che anche Crotone ha diritto a ricevere contributi e prebende nel caso in cui….
Naturalmente non contestiamo il tentativo, un po’ goffo peraltro, di aggiungersi all’elenco dei luoghi simbolo di questa tragedia umana (Lampedusa in primis), ma se la lettera avesse aggiunto anche la disponibilità di Crotone a suggerire – più che disastri- proposte, non si sarebbe fatto male nessuno.
Ad esempio prendendo spunto dalla situazione in cui versano i nostri paesi dell’entroterra, votati ormai allo spopolamento e all’abbandono. Ed invece di gridare, fomentandola, alla guerra tra poveri che scaturirà certamente dall’incontro-scontro tra diverse miserie, bene avrebbe fatto il Sindaco di una città capoluogo di Provincia (sia pure non più tale) a riflettere sull’opportunità di approfittare (qualche comune l’ha già fatto con ottimi risultati) della fatale questione per aiutare un territorio che, non potendo più contare sulla propensione all’industria, potrebbe riscoprire la propensione all’agricoltura e a tutte quelle attività legate allo sfruttamento della terra tentando di riportare ricchezza soprattutto alle popolazioni autoctone, oltre che proporsi di dare una mano concreta ai tanti disperati in cerca di futuro. Come dire che due miserie potrebbero perfino fare una ricchezza!
Un territorio che comprende il mare e i monti, che potrebbe fare delle sue risorse naturali il vanto della Calabria, che potrebbe unire in un grande progetto innovativo tutti i paesi della Provincia per provare a riportare alla produzione settori e attività ormai abbandonati a se stessi per mancanza di iniziativa pubblica e privata.
Allora una lettera in cui questa Città, assieme alla richiesta di fondi, si proponesse di trasformare una tragedia in un’opportunità di crescita economica e culturale insieme, questa sì che avrebbe destato interesse e soddisfazione. Nel governo supponiamo, ma anche nei rassegnati abitanti di questa terra.
E perché allora non provare a mettere assieme Comuni, Associazioni, imprenditoria privata e quanti si occupano già a vario titolo del fenomeno, intorno ad un tavolo che si occupi di sviluppare un’ idea e costruire insieme un percorso che sia, insieme, di integrazione e sviluppo, di interculturalità e crescita del Crotonese? In una prospettiva che coniughi l’affidamento di risorse e la rinascita economica di un territorio altrimenti destinato a soffrire. E’ questo un modo per rimettersi in gioco e, per una volta, dare carte.
Se l’arte del lamento, in cui siamo tutti bravissimi, si trasformasse per incanto nell’arte del fare, si potrebbe davvero tentare di dare la svolta tanto desiderata perché, come si è capito da più parti, se non ci diamo da fare noi e non spremiamo le nostre meningi, nessuna Europa e nessun Governo ci potrà mai salvare dal baratro!”