Immigrazione: MOAS si prepara a nuove missioni umanitarie nell’Egeo e nel Sud-Est dell’Asia
MALTA – Dal Mediterraneo verso l’Asia passando per l’Egeo. La Migrant Offshore Aid Station, comunemente conosciuta come Moas, lancia una nuova operazione umanitaria nelle acque antistanti la Grecia, paese verso cui migliaia di rifugiati Siriani continuano ad arrivare via mare attraverso imbarcazioni fatiscenti partite dalla Turchia.
Con l’arrivo della stagione invernale, peggioreranno le condizioni ambientali e aumenteranno le difficoltà per i migranti di giungere a destinazione in sicurezza. Per questo l’Ong maltese, sarà presente nelle acque territoriali greche con Topaz Responder, una nave lunga 51 metri pronta a fornire soccorso e assistenza. La nave è dotata di due imbarcazioni di salvataggio veloci per fronteggiare con tempestività le eventuali emergenze. I due natanti portano il nome di Aylan e Galip, i due fratellini curdi morti duranti gli sbarchi nel settembre scorso e le cui foto dei corpi senza vita fecero il giro del mondo.
“Ogni missione – spiega Martin Xuereb, direttore di Moas – è diversa l’una dall’altra perché diverse sono le realtà in cui si opera. Ma ognuna ha un solo identico scopo che è quello di cercare di prevenire le morti in mare. Lavoreremo in collaborazione con i soggetti istituzionali che operano elle aree in cui saremo presenti, così come abbiamo fatto nel Mediterraneo”.
Intanto, la M.Y. Phoneix, la nave con cui Moas dall’estate 2014 ha salvato quasi 12.000 vite umane nel Mediterraneo, si è spostata nel Sud Est dell’Asia, per una nuova operazione umanitaria. Giunta oggi a Bangkok, sarà sottoposta alle ordinarie attività di manutenzione e sarà operative per l’inizio del nuovo anno.
“Stiamo espandendo il nostro raggio d’azione grazie all’importante supporto che abbiamo ricevuto da ogni parte del mondo negli scorsi mesi – ha detto Cristopher Catrambone, fondatore di Moas insieme a sua Moglie Regina – Al momento stiamo pianificando la nostra presenza nelle tre maggiori aree interessate dalle rotte dei migranti. Ogni vita che salviamo è una testimonianza di tutti quelli che con le loro donazioni hanno permesso a Moas di diventare l’Ong globale che è diventata oggi”.
Francesca Caiazzo