Imprese sociali in aumento
ROMA – L’Osservatorio Isnet anche quest’anno conferma i trend di crescita dell’economia sociale: le imprese sociali hanno svolto attività per 20,6 miliardi di euro e impiegato 735 mila addetti. Il 37,2% delle Cooperative sociali dichiara di aver incrementato il proprio volume di attività facendo così registrare un +3,6% rispetto al 2015. Sul fronte dell’impatto sociale, solamente in termini di inclusione lavorativa, il sistema occupa 67.100 soggetti svantaggiati (L 381/91).
La Legge Delega per la Riforma del Terzo Settore da pochi giorni in vigore con le novità per l’Impresa sociale e l’introduzione nel nostro ordinamento giuridico delle Società Benefit con la Legge di Stabilità, segnano l’apertura dell’economia sociale a nuovi attori organizzativi. L’associazione Isnet nell’ambito della decima edizione dell’Osservatorio sull’impresa sociale, ha interrogato i propri panel “classici” di cooperative sociali (400) e imprese sociali (100) ex lege e – per la prima volta – 10 società benefit con certificazione B Corp ad oggi presenti in Italia, sulle potenzialità legate alle trasformazioni in atto.
Allo stato attuale, sono 1.053 le Imprese sociali ex lege (D. Lgs. 155/2006 Disciplina dell’Impresa sociale, a norma della Legge 118/2005). Numero che salirà ad almeno 15.100, in attuazione della riforma del terzo settore, che sancisce lo status di diritto di impresa sociale per tutte le cooperative sociali e i loro consorzi. A questo panorama si aggiungono poi le Società Benefit e le B Corp, società profit a tutti gli effetti , ma con ricadute sociali delle proprie attività. Sono 10 ad oggi le aziende che vantano la qualifica di Società Benefit e la certificazione B Corp, ma il panorama è in forte evoluzione con 50 aziende che stanno ottenendo la certificazione.
Chiaramente, questo cambio di scenario è accompagnato da una ulteriore serie di modificazioni per le imprese sociali: la possibilità di introdurre forme di remunerazione del capitale conferito e la richiesta oltre al bilancio sociale di misurazioni di impatto sociale, sono alcune delle principali novità introdotte dalla riforma. È innegabile come questi aspetti intervengano sulla linea di confine che sino ad oggi ha demarcato il limite di profit e non profit.
Entrando nel merito dei dati forniti dall’indagine, è significativa la polarizzazione nel campione di Cooperative sociali tra “riformisti” (28,4% del campione), favorevoli all’ingresso di nuovi attori, per gli effetti di contaminazione positiva, l’acquisizione di know how e la maggiore dinamicità organizzativa che ne può conseguire, e “tradizionalisti” (35,8% del campione), che al contrario temono l’innescarsi di meccanismi competitivi con imprese che assumono la veste sociale prevalentemente per motivi opportunistici . La restante parte delle Cooperative sociali intervistate non ha ancora maturato una posizione.
Nel gruppo dei “riformisti” le performance economiche sono migliori, così come gli indicatori di innovazione e di tenuta degli assetti occupazionali (il 50,9% dei “riformisti” prevede un andamento economico in crescita contro il 35,1% dei “tradizionalisti”).
“In sintesi – commenta Laura Bongiovanni presidente dell’Associazione Isnet e responsabile dell’Osservatorio – i riformisti non sembrano preoccupati dell’ingresso di nuovi attori nella sfera dell’economia sociale che rappresenta al contrario un’opportunità, una sfida per il miglioramento; sono già forti e non temono il confronto. Dal lato opposto, i tradizionalisti non ne fanno una questione di salvaguardia e marcatura del territorio, così come si potrebbe facilmente pensare, ma si appellano ai principi fondativi, allo spirito e ai valori che guidano il fare Impresa sociale, che non possono essere assolutamente confusi con obiettivi di profitto”.
Sul fronte delle Società Benefit e B Corp, come ci si poteva attendere, gli atteggiamenti sono solo positivi: le collaborazioni con la Cooperazione sociale rappresentano una opportunità, ancora in gran parte inesplorata, anche per acquisire know how nelle esperienze di generazione del valore sociale. (Agenzia Redattore Sociale)