In arrivo a Crotone la nave Phoenix, a bordo oltre 600 migranti e 33 cadaveri
Giungerà domani a Crotone intorno alle 18 la nave Phonenix di Moas con a bordo un gruppo di oltre 600 migranti e i corpi senza vita di 32 persone, tra le quali diversi bambini, vittime del naufragio avvenuto ieri nel Mediterraneo. Di seguito la ricostruzione dell’accaduto da parte della Ong maltese.
Il 24 Maggio 2017 si è verificato uno dei naufragi più tragici mai registrati. In centinaia ieri sono finiti in acqua durante un salvataggio a causa del sovraffollamento delle imbarcazioni e del mare mosso. 32 corpi senza vita sono stati recuperati dalla Phoenix di MOAS insieme a 604 sopravvissuti, di cui uno è deceduto per annegamento secondario quando si trovava a bordo, nonostante i tentativi disperati del nostro equipaggio per mantenerlo in vita. Molti superstiti versano in condizioni critiche, tra cui una donna al sesto mese di gravidanza che è tenuta sotto osservazione per sopravvenute complicazioni dovute allo stress per la morte del figlio, avvenuta ieri.
L’aereo da pattugliamento MOAS ha iniziato a individuare imbarcazioni in pericolo alle prime luci del mattino di mercoledì 24 maggio 2017, e le lance veloci di salvataggio (RHIBs) della Phoenix sono state messe in mare poco dopo per cominciare il primo soccorso. In seguito allo spostamento delle persone che si trovavano a bordo di un barcone di legno, seguito alla distribuzione dei giubbotti di salvataggio, un’onda ha colpito l’imbarcazione facendola inclinare pesantemente, e spingendo così in mare circa 400 persone, mentre altre centinaia rimanevano bloccate nella stiva sotto il ponte.
A questo punto la Phoenix ha rilanciato un segnale di SOS alle autorità, mentre i RHIB recuperavano le persone dall’acqua e altri membri dell’equipaggio MOAS cercavano di far saltare i lucchetti della stiva del barcone per trarre in salvo i sopravvissuti da sottocoperta.
Un elicottero della Marina Italiana è giunto sulla scena per individuare i superstiti, un aereo spagnolo ha messo in campo 3 gommoni di salvataggio mentre un vascello della Guardia Costiera Italiana, la nave Libra della Marina Militare e 2 mercantili si avvicinavano per prestare assistenza visto che in centinaia erano ancora in acqua. Il numero di persone in acqua ha reso il salvataggio particolarmente delicato e ha reso necessaria la massima cautela mentre le navi di salvataggio si dirigevano verso le persone in acqua in una vera e propria lotta contro il tempo.
604 sopravvissuti sono stati poi trasferiti a bordo della Phoenix dopo essere stati recuperati dall’acqua e dalla stiva del barcone, dove il nostro equipaggio era riuscito ad entrare con la forza. Circa 80 persone sono state trasferite sul rimorchiatore Gagliardo.
Mentre proseguiva il recupero delle salme, il team per l’assistenza post-soccorso di MOAS ha iniziato a curare chi si trovava in condizioni critiche. Tre dei pazienti in condizioni mediche gravissime, fra cui due con ossa fratturate e una donna al nono mese di gravidanza con delle complicazioni (accompagnata da due familiari), sono stati evacuati e trasportati dalla Phoenix alla nave Libra della Marina Militare.
Nonostante l’incessante impegno da parte del team di post-soccorso MOAS un uomo è deceduto per delle complicanze mentre si trovava a bordo. Una donna al sesto mese di gravidanza, dopo aver perso un altro figlio il cui corpo è stato recuperato dal mare, viene invece tenuta sotto stretto controllo.
“Non ci sono parole per descrivere quanto sta avvenendo nel Mediterraneo Centrale. É una tragedia terribile che continua a verificarsi proprio alle porte dell’Europa. La comunità SAR sta facendo tutto il possibile, ma occorre che i leader europei trovino soluzioni alternative, se vogliamo diminuire le continue morti in mare“, afferma Christopher Catrambone, fondatore di MOAS che ieri ha vissuto tutto in prima persona.
La Phoenix sta facendo rotta verso nord coi 598 superstiti e le 33 salme a bordo.
Regina Catrambone, Direttrice MOAS, dichiara: “Siamo tutti devastati dalle inutili morti in mare, in modo particolare da quelle dei bambini piccoli. Chiediamo con forza che i leader del G7 riuniti per il summit in Sicilia -nel cuore di questa crisi umanitaria- si concentrino sulle soluzioni umanitarie da attuare invece che su irrealistiche discussioni basate sui controlli alle frontiere. Mentre la Phoenix fa rotta verso nord non trasporta con sé solo il peso di 33 corpi senza vita recuperati dal mare, ma anche quello dell’apatia dell’intera comunità mondiale e dei suoi leader”.