In aumento spese militari mondiali
ROMA – I dati forniti dall’odierno rapporto del Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) e diffusi in una nota dell’Archivio Disarmo sulle spese militari mondiali nel 2016 confermano l’incremento globale del settore, giunto a 1.686 miliardi di dollari. Dopo diversi anni gli Stati Uniti hanno aumentato le loro spese (611 miliardi di dollari) dell’1,7% rispetto all’anno precedente, seguiti dalla Cina (215 miliardi) con un incremento del 5,4%. Terza e’ la Russia (69,2 miliardi) con un aumento del 5,9%. Si registra una crescita in alcuni paesi dell’area mediorientale (Iran e Kuwait), mentre in altri una diminuzione (Arabia Saudita e Iraq). Diversi paesi produttori di petrolio, non solo mediorientali, a causa dei suoi prezzi bassi, hanno dovuto contrarre le spese. Gia’ si era rilevato a partire dal 2010 sino al 2015 un aumento delle spese militari russe e cinesi, che avevano procurato allarme in Occidente (Usa e Ue), anche se mediamente le prime rappresentano solo un decimo di quelle occidentali e le seconde solo un quarto. Anche in Europa occidentale, per il secondo anno consecutivo, si riscontra un incremento delle spese per la difesa del 2,6%.
La nuova amministrazione Trump ha recentemente promesso un significativo incremento di quelle statunitensi con ulteriori 54 miliardi di dollari che si andranno ad aggiungere ai 611 dello scorso anno, rappresentando piu’ di un terzo del totale mondiale. Mentre permane una diffusa crisi economica e si accentua il divario tra paesi ricchi e paesi poveri, sembra che il settore della spesa militare non conosca particolari difficolta’, come e’ dimostrato anche dall’incremento che si sta registrando nel commercio mondiale di armamenti, corollario della maggiore disponibilita’ finanziaria nel settore: si e’ passati infatti dai 19 del 2000 ai 26 miliardi di dollari del 2010 sino ai 31 del 2016. E va ricordato che questo dato non comprende il settore delle armi piccole e leggere (pistole, fucili, mitra, bazooka, lanciarazzi ecc.), piu’ difficile da quantificare, ma stimato intorno al 10-20% del totale mondiale. E il 29% dell’export globale e’ stato diretto nel quinquennio 2012-2016 proprio verso il Medio Oriente. I venti di guerra legati all’insoluta crisi siriana, al recente bombardamento in Afghanistan con la superbomba convenzionale Moab e all’arsenale nucleare nordcoreano sembrano far presagire nel corso del 2017 ulteriori incrementi nelle spese militari e conseguenti nuove tensioni internazionali. (DIRE)