In campo per Giulio Regeni
ROMA – Iniziative per coinvolgere il mondo dello sport nella campagna “Verità per Giulio Regeni” saranno promosse da Amnesty International Italia, Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili (CILD) e Antigone. A due mesi dal ritrovamento del corpo del giovane ricercatore assassinato a Il Cairo, non sono stati fatti passi avanti significativi per fare luce sulle responsabilità del rapimento, le torture e l’uccisione di Giulio. Sono proseguiti invece i tentativi di depistaggio, sottolineano le organizzazioni, come l’ultima versione fornita alcuni giorni fa dalle autorità egiziane, secondo le quali la polizia locale avrebbe ucciso cinque uomini, presunti rapitori di Regeni, mostrando a prova di questa tesi alcuni documenti dello stesso ricercatore. Una teoria a cui, tuttavia, “è impossibile credere” sottolineano le associazioni, in un Paese dove “dall’inizio dell’anno, almeno 88 persone sono scomparse, otto delle quali poi ritrovate morte con segni di tortura. Più passa il tempo, dunque, più il rischio è che la verità si allontani”.
Domenica 3 aprile le organizzazioni saranno al campo Gerini – in via del Quadraro 311 a Roma – dove gioca l’Atletico Diritti, squadra nata dalla volontà di Antigone e Progetto Diritti, con il patrocinio dell’Università Roma Tre. Prima della partita, a partire dalle 15.00, sara’ esposto lo striscione “Verità per Giulio Regeni” e la stessa scritta sarà composta sul campo.
“Rivolgiamo un appello alle altre squadre e a tutte le tifoserie affinché per la giornata di campionato che si terrà il prossimo 23 e 24 aprile possano replicare questa iniziativa, scendendo in campo con maglie o cartelli ed esponendo striscioni con scritto Verità Per Giulio” dichiarano Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia e Patrizio Gonnella, presidente di CILD e Antigone. “Dobbiamo tenere alta l’attenzione affinché questa vicenda non venga rimossa dall’agenda politica- concludono i due presidenti- anche per la dignità del nostro Paese”.
Oggi la conferenza stampa dei genitori di Giulio Regeni, Paola e Claudio, gli avvocati Alessandra Ballerini e Gianluca Vitale e il portavoce di Amnesty international Italia Riccardo Noury. Alle autorità” egiziane che sostengono che quello di Giulio Regeni “e” un caso isolato” che non deve guastare i rapporti tra Italia ed Egitto, risponde la madre del ricercatore italiano Paola Regeni, in conferenza stampa al Senato. “Cos’era mio figlio, un morbillo, una varicella che puo” essere definito come un caso isolato? Forse le idee di mio figlio non piacevano?”. “Si può” dire che mio figlio sia un caso isolato? Si deve dire ”uno in meno”? E no. Giulio era un cittadino del mondo che poteva aiutare tutti”, aggiunge Paola Regeni.(DIRE-Redattore Sociale)