“Inchiesta indipendente” sulla morte di Giulio
ROMA – Il corpo di Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso al Cairo lo scorso 25 gennaio, è stato ritrovato con segni di torture in un fosso della periferia della capitale egiziana. Sul cadavere bruciature di sigaretta, ferite da coltello e segni di una “morte lenta”, secondo quanto riferisce il procuratore egiziano alla Associated Press.
Su indicazione del Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni, il Segretario Generale della Farnesina Michele Valensise ha convocato stamane con urgenza l’Ambasciatore della Repubblica Araba d’Egitto Amr Mostafa Kamal Helmy per esprimere lo sconcerto del Governo italiano per la tragica morte del giovane Giulio Regeni al Cairo. Valensise, spiega una nota, ha sottolineato che “l’Italia si attende dalle autorita’ egiziane la massima collaborazione a tutti i livelli, alla luce della eccezionale gravita’ di quanto accaduto al nostro connazionale e dei tradizionali rapporti di amicizia e vicinanza tra i due Paesi”. “L’Italia- ha aggiunto il Segretario Generale- nel chiedere che sia fatta piena chiarezza sul caso, rinnova la richiesta alle autorita’ egiziane di avviare immediatamente un’indagine congiunta con la partecipazione di esperti italiani. Chiediamo- ha concluso Valensise- che il corpo del giovane Regeni sia al piu’ presto rimpatriato in Italia”. Helmy ha espresso a nome del suo Paese profondo cordoglio per la morte di Regeni e ha assicurato che l’Egitto fornira’ la massima collaborazione per individuare i responsabili di questo atto criminale.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha sentito nel pomeriggio il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi al quale ha rappresentato l‘esigenza che il corpo di Giulio Regeni sia presto restituito alla sua famiglia e all’Italia. Lo si apprende da fonti di palazzo Chigi. Nel corso della telefonata, il Presidente Sisi ha, inoltre, espresso le sue sentite condoglianze al premier italiano.
A seguito della notizia, il direttore generale di Amnesty International Italia, Gianni Rufini,espresso solidarietà ai familiari e chiesto alla Farnesina di “sollecitare il governo egiziano a chiarire al più presto le modalità di questo drammatico episodio”. “Ci aspettiamo da parte delle autorità egiziane – si legge in una nota – un’inchiesta approfondita, rapida e indipendente.La tortura in Egitto è un fatto comune e ordinario e Regini era scomparso in un giorno di particolare tensione, il 25 gennaio, quinto anniversario della caduta di Hosni Mubarak”. (Agenzia Redattore Sociale)