Insegnanti bocciano la Buona Scuola
Pollice verso di 4 insegnanti su 5 per quel che riguarda la ‘Buona scuola’. Due su tre giudicano negativamente la figura del dirigente scolastico, il comitato di valutazione e il bonus di merito. È quanto emerge dall’indagine ‘Un anno di buona scuola: la riforma all’esame degli insegnanti’, realizzata dalla Swg per la Gilda insegnanti e presentata oggi a Roma in occasione della Giornata mondiale dell’insegnante istituita dall’Unesco.
Secondo lo studio, il 77% degli insegnanti ritiene che la riforma non avrà effetti positivi per la professione (il 45% ha risposto “per niente” e il 32% “poco”). Elevata anche la percentuale secondo cui la legge non avrà effetti positivi sulla qualità dell’insegnamento. Ne e’ convinto l’81% dei proff, ripartito in un 46% secondo cui gli effetti positivi sono “per niente” ed un 35% per cui lo sono “poco”.
Per quel che riguarda la figura del dirigente scolastico inquadrata nella 107, il 76% degli intervistati ritiene che si sia rafforzato in modo negativo, penalizzando il ruolo dei docenti e la libertà di insegnamento. Per il 43% del campione intervistato, il preside dovrebbe essere affiancato da un coordinatore della didattica eletto dal Collegio dei docenti, mentre per il 38% dovrebbe essere eletto, distinguendo la funzione di gestione didattica da quella amministrativa affidata a un manager.
I due terzi degli intervistati, pari al 64%, non condividono che dal comitato di valutazione facciano parte studenti, genitori e soggetti esterni. Nell’ambito del sistema nazionale di valutazione, il 48% dichiara che nella propria scuola i docenti siano coinvolti soltanto in parte e il 24% afferma non c’e’ stato finora alcun coinvolgimento.
E ancora, il bonus di merito non e’ condiviso dai due terzi dei docenti interpellati. Nello specifico, il 67% e’ contrario a questa forma di premio che soltanto per 1 docente su 5 sortirà un effetto migliorativo sulla scuola pubblica.
Secondo l’indagine, solo il 5% degli insegnanti è favorevole alla chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici. Riguardo l’assegnazione delle sedi ai docenti, per il 46% dovrebbe avvenire tramite graduatoria con regole nazionali come avveniva prima della riforma.
Infine, per un docente su due la formazione obbligatoria passa per un aumento di stipendio: il 55%, infatti, ritiene che l’obbligatorietà dalla riforma, sia giusta solo se definita nelle modalità e nelle quantità’ attraverso un nuovo contratto di lavoro che comprenda adeguati incrementi salariali. Il 44% avrebbe preferito un aumento di stipendio alla card di 500 euro per l’aggiornamento e la formazione professionale.
“Chiamata diretta, potere ai dirigenti e bonus, sono questi gli elementi considerati più negativi dai docenti- ha dichiarato all’agenzia Dire il coordinatore nazionale della Gilda insegnanti, Rino Di Meglio- mi pare opportuno, anche alla luce di questo sondaggio, che il Governo apra una riflessione su questa legge”.
“Non si puo’ portare avanti una riforma della scuola senza una condivisione degli insegnanti- ha concluso Di Meglio- credo che gli errori vadano corretti visti anche gli errori di questo avvio dell’anno scolastico e ragionare su come migliorare la scuola”.
(DIRE)