Iraq, l’accusa di Amnesty: “Peshmerga devastano villaggi arabi”
ROMA – I peshmerga del Governo regionale del Kurdistan, insieme ad altre milizie curde, hanno “demolito, fatto esplodere o dato alle fiamme migliaia di abitazioni nel nord dell’Iraq, con l’apparente obiettivo di vendicarsi contro le comunità arabe per il loro presunto sostegno al gruppo armato ‘Stato islamico’“. L’accusa viene dall’ONG Amnesty International, che oggi ha pubblicato un rapporto basato su indagini condotte sul campo in 13 città e villaggi e su dichiarazioni di oltre 100 testimoni oculari e vittime di sparizioni forzate.
Il rapporto descrive gli sfollamenti forzati e la distruzione su larga scala delle abitazioni nei villaggi e nelle città delle province di Ninive, Kirkuk e Diyala, strappate allo ‘Stato islamico’ tra settembre 2014 e marzo 2015.
“Immagini satellitari- fa sapere l’organizzazione- confermano le distruzioni di massa compiute dai peshmerga e, in alcuni casi, da milizie yazide e gruppi armati curdi provenienti dalla Siria e dalla Turchia“. “Le forze del Governo regionale del Kurdistan paiono aver lanciato una campagna coordinata con l’obiettivo di allontanare con la forza le comunità arabe, distruggendo interi villaggi nelle zone dell’Iraq settentrionale strappate allo ‘Stato islamico’. Lo sfollamento forzato di civili e la deliberata distruzione di case e beni di proprietà senza giustificazione militare possono equivalere a crimini di guerra” ha dichiarato Donatella Rovera, alta consulente di Amnesty International per la risposta alle crisi, che ha condotto la ricerca.
“È fondamentale che la comunità internazionale, compresi gli stati membri della coalizione diretta dagli Usa contro lo ‘Stato islamico’– ha concluso Rovera- condannino pubblicamente queste violazioni del diritto internazionale umanitario e assicurino che l’assistenza che stanno fornendo al Governo regionale del Kurdistan non ne favorisca di ulteriori”. (DIRE-Redattore Sociale)