IRC: “In Italia negati i diritti dei richiedenti asilo”
Il report dell’International Rescue Committee Italia “Attendere, prego” racconta tutte le difficoltà delle persone che vogliono chiedere protezione.
Ci sono ancora troppe persone che arrivano in Italia per chiedere protezione internazionale e non sono in grado di esercitare questo diritto. Vengono infatti respinte dalle Questure. Questi ritardi violano la normativa in materia di protezione internazionale e lasciano le persone in situazioni precarie, incapaci di accedere a un alloggio attraverso il sistema di accoglienza, al mondo del lavoro formale e di godere degli altri diritti connessi alla richiesta di protezione internazionale. La denuncia è del rapporto dell’International Rescue Committee Italia (IRC).
Nel report – realizzato con la collaborazione di Le Carbet, Mutuo Soccorso Milano, NAGA, ASGI e INTERSOS – IRC Italia formula anche alcune raccomandazioni rivolte al governo e alle istituzioni locali. “Innanzi tutto fornire alle Questure risorse sufficienti per rispondere tempestivamente alle richieste”, si legge nel rapporto. Ma anche “garantire che tutte le persone richiedenti possano registrare la loro intenzione di chiedere protezione indipendentemente dalla nazionalità, dalla lingua parlata, dalla situazione socioeconomica, dal livello di alfabetizzazione digitale o da altre circostanze”.
Ulteriore tema è quello dell’uniformità della procedura fra città diverse, per questo IRC chiede di “stabilire a livello nazionale degli standard minimi per le procedure di registrazione delle richieste di protezione ed eliminare l’imposizione di requisiti documentali non necessari da parte di alcune questure”. Meno di un quarto delle persone che intendevano chiedere protezione online a Milano hanno affermato di essere riuscite a fissare un appuntamento in Questura.
Susanna Zanfrini, Direttrice IRC Italia afferma: “Abbiamo approfondito la situazione che in questi ultimi mesi ha riguardato diverse città italiane, con un focus particolare su Milano. C’è un diritto negato a un numero enorme di persone, rispetto a cui c’è una responsabilità importante delle istituzioni. È ora di passare dai muri all’accoglienza. Offrire un’accoglienza dignitosa e un sostegno continuo a chi cerca rifugio, indipendentemente dal Paese di origine o dal viaggio intrapreso, è un passo necessario per garantire un trattamento equo e umano per tutti”.
Flaminia Delle Cese, Legal and Advocacy Advisor di IRC Italia afferma: “Il report fotografa una situazione complessa ed evidenti responsabilità diffuse. Dare la possibilità alle persone che scappano da situazioni di conflitto, violenza e persecuzioni di presentare una richiesta di protezione internazionale non è solo un obbligo di legge, ma anche un atto di umanità. Emerge in maniera chiara che questo invece è un diritto negato. Un diritto insopportabilmente negato. Lo Stato italiano deve risolvere con urgenza – senza delegare alle associazioni un compito che deve assolutamente essere suo – gli ostacoli alla presentazione delle richieste di protezione internazionale. E deve stabilire degli standard minimi affinché le persone siano adeguatamente assistite durante la valutazione delle loro richieste”.
International Rescue Committee (IRC) è un’organizzazione umanitaria non governativa fondata nel 1933 su iniziativa di Albert Einstein negli Stati Uniti che opera in oltre 50 Paesi del mondo. È presente in Italia dal 2017 con un ufficio a Milano e progetti in varie città a sostegno di migranti, rifugiati e popolazione locale. IRC Italia risponde ai bisogni sul campo con una strategia multisettoriale che include: sostegno diretto alle persone; rafforzamento delle capacità delle organizzazioni della società civile; rafforzamento dei processi e delle istituzioni locali. I nostri progetti attualmente coprono Lombardia, Sicilia, Lazio, Piemonte e Friuli Venezia Giulia e hanno l’obiettivo di migliorare la sicurezza, la sicurezza alimentare, l’istruzione, l’indipendenza economica e la salute mentale di rifugiati e migranti, con particolare attenzione ai più vulnerabili, tra cui le donne e i minori stranieri non accompagnati.