Isola di Capo Rizzuto, ex amministratori: “Ecco perché ricorriamo al Consiglio di Stato contro lo scioglimento”
Di seguito la nota inviata dagli ex amministratori comunali – guidati dall’ex sindaco Gianluca Bruno – del Comune di Isola di Capo Rizzuto, sciolto per infiltrazioni mafiose e attualmente commissariato.
Era nell’aria che sarebbe stato prorogato lo scioglimento del consiglio comunale di Isola di Capo Rizzuto, anche perché di “santi” in paradiso questa comunità non ne possiede purtroppo, o meglio li possiede solo in scadenze elettorali quando a qualcuno serve “servirsi” di un bacino elettorale importante quale è quello di Isola di Capo Rizzuto dal quale prende i voti e poi “mancia e si scorda” si dice da queste parti.
Ad ogni modo pare che la proroga sia anche frutto (immaginario) della forte azione intrapresa dai commissari in Paese: strade pulite, adeguata programmazione, cantieri aperti, manifestazioni organizzate, scuole efficienti (come quella chiusa di S. Anna), gettito entrate tributarie aumentato, ecc… Peccato che è solo un sogno perché un periodo così basso di agonia sociale e culturale era solo un lontano ricordo per la nostra comunità. Nessuna programmazione generale, nessuna manifestazione culturale ed estiva, assenza di decoro urbano, isole ecologiche e strade piene di spazzatura, erbacce ovunque, incapacità a riscuotere le entrate tributarie, assenza di controlli.
Noi ricorreremo al Consiglio di Stato contro lo scioglimento anche perché, tra gli altri argomenti, la cultura dell’inchino non ci appartiene e non vogliamo minimamente che sia annoverata nella storia della nostra comunità! Sulla vicenda cappelle votive vi è stata una caduta di stile da parte del TAR in quanto è stata accomunata la cultura del nostro territorio ad episodi consumati da tutt’altre parti. La vicenda è nota perché riguarda il cammino religioso che fa dall’anno 1200 circa la comunità di Isola di Capo Rizzuto per la Madonna Greca. Il consiglio comunale ha approvato un protocollo di intesa per la realizzazione di venti cappelle votive raffiguranti i misteri della fede cattolica lungo il percorso che porta a Capo Rizzuto.
Le cappelle raffigurano proprio questo se si va oggi a visitarle. Non è nel potere di un consiglio comunale valutare con quale strumento l’opera andava autorizzata. Da ignoranti, non da tecnici, comunque sappiamo che la SCIA non è un titolo abilitativo ma una denuncia di parte e pertanto qualora l’opera fosse difforme diventa di fatto abusiva. Sulla sponsorizzazione parziale di alcune cappelle trattasi di accordo fra privati e comunque riguarda persone che, all’epoca dei fatti, godevano della più alta considerazione dei vertici istituzionali e militari.
Ma, a maggior completezza, ricordiamo che anche la Parrocchia nel 2015 (epoca non sospetta di insediamento commissione d’accesso) è stata per la prima volta nella storia, destinataria di avvisi di accertamento tributario da parte del Comune che gli sono stati regolarmente notificati. Chi ancora fa finta di non voler capire, anche con questo, ha la dimostrazione provata che abbiamo amministrato dell’interesse della generale comunità e non viceversa!
Sull’appalto per la refezione scolastica si è seguita la procedura prevista per gli appalti pubblici senza scorciatoie, alchimie, dubbi o tentennamenti! E veniamo ai fatti.
Il Comune ha pubblicato la gara per la refezione scolastica con bando ad evidenza Europea, espletato alla Stazione Unica Appaltante della Provincia di Crotone (non tramite affidamento diretto o trattativa privata sic!), la stessa è stata aggiudicata alla società Il Triangolo”, società dotata di certificazione antimafia ancora oggi. Il TAR, nelle motivazioni di rigetto contro lo scioglimento, ha ritenuto viziato sotto il profilo dell’infiltrazione mafiosa tale procedura perché a detta loro, la società il Triangolo ha fatto un avvalimento e nello specifico ha preso in fitto il centro cottura della ditta “Il Quadrifoglio Catering”.
Il Comune, anche se la legge non lo prevede, all’epoca ha chiesto il certificato antimafia della Quadrifoglio alla Prefettura di Crotone senza avere risposta nei trenta giorni. La cosa curiosa è che nello stesso periodo, nell’appalto per i servizi all’interno del CARA di S. Anna (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) di competenza del Ministero dell’Interno, uno dei vincitori, la Ristorart Toscana, richiede una autorizzazione di subappalto in data 14.07.2016 alla Prefettura di Crotone, all’operatore economico “Il Quadrifoglio” srl con sede in Roma. La Prefettura di Crotone, in data 6.10.2016 protocollo n° 0019219 dava la propria autorizzazione nei termini che seguono: “in quanto dagli accertamenti esperiti non risultano evidenze per motivi ostativi alla contrattazione con la pubblica amministrazione, fatti salvi eventuali esiti negativi della certificazione Antimafia richiesti alla prefettura di Roma, nonché del casellario delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e del rispetto della normativa dei disabili”.
Proprio questa motivazione invece è alla base della sentenza di annullamento n.401/2019, emessa dal TAR Toscana, che ha annullato l’interdittiva antimafia alla Ristorart Toscana e che specifica come all’epoca dei fatti la società Quadrifoglio non fosse “sospetta” anche perché era “gestore uscente e gestore del servizio mensa presso la Questura”. Quindi stesso criterio di trasparenza e legalità, ma modi diversi di valutazione. Fatevi ora cari lettori e cittadini una vostra opinione. Il Comune aveva come riferimento l’affidabilità della certificazione della Prefettura appena sopra riportata nonché la storicità dell’azienda per gli appalti ad essa assegnati dai vari organi afferenti il Ministero dell’Interno. Cari amici e lettori non ci resta che dirvi…alla prossima puntata!