Kunkush, il gattino “rifugiato” ritrova la sua famiglia: dall’Iraq alla Norvegia
ROMA – Il gattino “rifugiato” ha ritrovato la sua famiglia: è una storia piccola, ma grande perché accorcia le distanze e dimostra che tutto, in fondo, può accadere. O anche unatriste denuncia, a seconda dei punti di vista, perché a volte il viaggio e la meta sono più facili per un gatto che per un uomo. E’ però anche una piccola bella notizia, per una famiglia che è fuggita dalla guerra, ha affrontato difficoltà e dolore e ora vive questo momento di semplice e quotidiana felicità: il ritrovamento del proprio amato gatto, lasciato a migliaia di chilometri di distanza, perso in un viaggio talmente complicato che al gatto non si poteva certo pensare.
Il video, con la storia dello smarrimento e del ritrovamento di Kunkush, è stato pubblicato dal The Guardian e, condiviso sui social dall’Unhcr, promette di diventare virale. La famiglia irachena – mamma e cinque figli – fuggì dalla guerra e arrivò a Lesbo nel novembre 2015. All’arrivo sull’isola greca, dove in un solo mese sbarcarono circa 100 mila profughi, il gatto si smarrì. Fu ritrovato in un villaggio vicino pochi giorni dopo, quando però la famiglia era già partita verso un’altra meta. Non c’era tempo per aspettarlo, non c’era modo di ricercarlo. Lo adottò un veterinario, che lo ribattezzò Dias, Zeus in greco: poi, due mesi dopo, una volontaria tedesca lo portò con sé a Berlino e iniziò in rete le ricerche della sua famiglia, dedicando a questo scopo una pagina Facebook. Qualche giorno fa, la famiglia è stata rintracciata in Norvegia. E così l’epico viaggio del gattino migrante è ripreso: è volato verso nord, per tornare nelle mani dei suoi padroni, Che lo hanno accolto con commozione. E tutta la storia è oggi in un video, che farà il giro del mondo. Un po’ come la famiglia irachena e il suo gatto. (Agenzia Redattore Sociale)