La barbarie non vincerà, la nonviolenza è in cammino
Le riflessioni di Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, pubblicate sull’agenzia di stampa internazionale Pressenza.
La manifestazione contro il terrorismo e di solidarietà con tutte le vittime che si è svolta ieri a Roma promossa dalle musulmane e dal musulmani d’Italia mi è sembrata la più importante, la più limpida e la più necessaria iniziativa che si sia fin qui svolta nel nostro paese in questi ultimi tempi in opposizione al terrorismo ed a tutte le uccisioni, in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani.
“La pace sia con voi” è stata la formula di saluto, il filo conduttore e la proposta di condotta (e quindi anche il programma d’impegno morale e civile) che tutte le persone presenti in piazza Santi Apostoli hanno condiviso.
“La pace sia con voi” è l’augurio e la speranza, il fondamento relazionale del legame tra gli esseri umani, la sostanza empatica e cognitiva che unisce tutte le persone senzienti e pensanti, il messaggio che accomuna tutte le tradizioni culturali dell’umanità.
E questo messaggio che le sorelle e i fratelli musulmane e musulmani d’Italia hanno recato a nome di tutto il popolo italiano, di tutte le persone che in Italia convivono, è stato colto nel suo profondo valore da chi rappresenta la repubblica nelle funzioni istituzionali più autorevoli: il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, la Presidente della Camera dei Deputati hanno infatti inviato interventi di saluto e adesione all’iniziativa, interventi che sono stati letti in piazza con commozione vivissima.
Grazie alle sorelle e ai fratelli di fede islamica che ieri ci hanno convocato a Roma, tutte e tutti, consapevoli di interpretare il sentire comune di ogni italiano, di ogni europeo, di ogni abitante dell’unico mondo vivente casa comune dell’umanità, quindi di tutti gli esseri umani, abbiamo condiviso le parole e i pensieri necessari: che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà; che il primo dovere di ogni persona, di ogni aggregazione sociale, di ogni ordinamento giuridico è rispettare, difendere, salvare le vite, riconoscere, promuovere, proteggere la dignità e i diritti di ogni essere umano, soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Tutte e tutti, in quanto esseri umani, condividiamo il compito di agire insieme per la convivenza e il benessere dell’umanità intera: senza odio, senza violenza, senza paura.
Per questo occorre agire insieme contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni, per la salvezza comune dell’umanità e della biosfera.
Per questo occorre contrastare e sconfiggere la violenza nell’unico modo in cui contrastarla e sconfiggerla è possibile: con la nonviolenza.
Per questo occorre opporsi al male nell’unico modo in cui opporvisi è possibile: facendo il bene.
Rispettare la vita, la dignità e i diritti di ogni essere umano significa impegnarsi contro tutte le uccisioni, contro tutte le violenze.
E quindi operare sempre e comunque per la pace, per il disarmo, per la smilitarizzazione dei conflitti.
E quindi operare sempre e comunque per recare soccorso a chi è nel bisogno, nella paura, nella sofferenza.
Ogni vittima ha il volto di Abele, vi è una sola umanità.
Ieri a Roma in piazza Santi Apostoli, sotto la pioggia battente, con il professor Alessandro Pizzi, il compagno di sempre di tante e tante azioni nonviolente per la pace, la dignità umana e la difesa del mondo vivente, questo abbiamo letto sui volti e nelle voci delle donne e degli uomini lì convenuti “per dignità non per odio / decisi a riscattare / la vergogna e il terrore del mondo”; ieri a Roma la Resistenza dell’umanità contro tutte le violenze ha offerto una testimonianza alta e profonda, ieri a Roma un passo è stato compiuto sul cammino della nonviolenza.
La barbarie non vincerà.
La nonviolenza è in cammino.