“La Commissione di Vigilanza Rai? Troppi attacchi ai giornalisti, è da abolire”
La Commissione di vigilanza Rai? “Un organismo in troppi casi inutile se non dannoso”. Lo afferma il senatore 5 Stelle Primo Di Nicola, già giornalista parlamentare per molti anni all’Espresso, che della commissione stessa è vicepresidente. “Inutile perché non riesce a svolgere i compiti che la legge istitutiva gli assegna. Dannoso perché spesso diventa luogo di tentativi di censura e rappresaglie politico-mediatiche per servizi giornalistici e trasmissioni sgradite”.
In un intervento su FQ MillenniuM, il mensile diretto da Peter Gomez in edicola da sabato 11 settembre con un numero dedicato a censura e autocensura nell’informazione e nell’editoria in Italia, Di Nicola ricorda i troppi attacchi a giornalisti e testate d’informazione Rai che provengono da membri della Vigilanza, spesso “con motivazioni pretestuose che come tratto comune hanno sempre l’assoluta mancanza di rispetto per l’autonomia di questi professionisti e in generale dell’azienda del servizio pubblico”. Tra i casi citati, Report e il suo conduttore Sigfrido Ranucci, “bersaglio fisso per esempio dei leghisti per le attenzioni mostrate ai loro affari petroliferi moscoviti, di Fratelli d’Italia per gli approfondimenti sui suoi cupi legami internazionali, di Italia Viva per le rivelazioni su l’enigmatico rendez-vous autostradale di Matteo Renzi con il dirigente dei servizi segreti Marco Mancini”.
O anche singoli cronisti, come Stefania Battistini del Tg1, “colpevole” di aver firmato un servizio “sui pasticci ospedalieri lombardi nell’emergenza pandemica”, che finì nel mirino di Lega e Forza Italia. O direttori, come “Gennaro Sangiuliano, Tg2, un’altra stazione fissa della via crucis spesso per servizi impeccabili per la loro originalità”.
Di Nicola riconosce che “cose buone si fanno anche in Vigilanza, come il ciclo di audizioni avviato sul funzionamento dei sistemi televisivi di altri Paesi”, e resiste “la consapevolezza dell’importanza enorme che il sistema Rai riveste”. Ma è proprio sul fronte della difesa dell’interesse generale e del diritto all’informazione che la Commissione “sta ancora una volta rivelando la sua inadeguatezza, presa dalla tutela degli interessi dei partiti e dei minutaggi riservati ai loro esponenti. Per questo – conclude il senatore 5 Stelle – spero arrivi presto il momento della sua abolizione, anzi il momento in cui si rivelerà inutile la sua esistenza di guardiano degli interessi di parte”.