La ricerca del lavoro in Calabria, tra record negativi e nuove esigenze
Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat sull’occupazione, infatti, meno della metà dei calabresi nella fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni lavora.
Pochi occupati e moltissimi in cerca di lavoro: questa la situazione della Calabria, una delle regioni più in difficoltà dal punto di vista lavorativo, che assiste da anni all’emigrazione dei suoi cittadini senza riuscire a creare le condizioni necessarie a generare occupazione. Una situazione, questa, peggiorata ulteriormente negli ultimi anni, considerando le nuove esigenze lavorative dei giovani, tra flessibilità e disponibilità di tempo libero.
I dati del mercato lavorativo in Calabria
Come si evince dallo studio dei dati, la situazione lavorativa della Calabria non è delle più incoraggianti. Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat sull’occupazione, infatti, meno della metà dei calabresi nella fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni lavora. Con un tasso di occupazione pari al 43,5%, la Calabria è in fondo alla classifica italiana, seguita solamente dalla Sicilia (42,6).
Regione che accompagna la Calabria anche in un altro primato non positivo: se la Campania è la regione con la più alta percentuale di disoccupati (17,4%), la Sicilia e la Calabria sono in seconda e terza posizione, rispettivamente con il 16,9% e il 15,6%.
Situazione ancora più preoccupante per i giovani, sempre più in difficoltà nella ricerca del lavoro: secondo i dati, in Calabria oltre tre ragazzi su dieci nella fascia d’età tra i 15 e i 29 anni sono disoccupati. Numeri preoccupanti, considerando che in Italia il tasso scende al 18% e al Nord addirittura all’11,4%.
L’indagine di AlmaLaurea
Se cercare lavoro per un giovane è molto difficile, farlo avendo una laurea è sicuramente più facile. Secondo la XXIV Indagine sulla Condizione occupazionale dei Laureati di AlmaLaurea, infatti, nel 2021, a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è stato pari al 74,5% tra i laureati di primo livello e al 74,6% tra i laureati di secondo livello.
Rispetto al 2019, il tasso di occupazione è quindi in aumento, così come le retribuzioni. Per questo motivo la laurea, soprattutto quella magistrale, rappresenta un biglietto da visita importante e un indubbio vantaggio a livello lavorativo, che può fare la differenza. Raggiungere questo traguardo oggi è più semplice, peraltro, grazie ai corsi di laurea online, disponibili anche per la magistrale. Come si può leggere su ateneionline.it, gli indirizzi disponibili riconosciuti dal MIUR sono moltissimi, e i titoli rilasciati sono equivalenti a quelli delle università “tradizionali”. Grazie alla modalità di studio e apprendimento da remoto, inoltre, la flessibilità nell’organizzazione dei propri impegni accademici e personali è massima, e l’ottenimento del titolo è più semplice.
Cambiano le esigenze dei lavoratori
Se per molti il lavoro è in cima alla scala dei valori più importanti, per la generazione Z è principalmente una forma di reddito e non un valore da mettere in testa alla classifica. Posizionato al sesto posto dopo famiglia, amicizia, amore, divertimento e cultura, per i ragazzi nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni il lavoro è spesso solo un’entrata e non un elemento caratterizzante delle loro vite.
Tra nuove aspettative e nuove esigenze, sono cambiate le necessità e i bisogni dei giovani lavoratori, attenti all’orario, alla flessibilità e al tempo libero. Un cambiamento, questo, che colpisce soprattutto la generazione Z, ma non solo: dopo la pandemia, infatti, sempre più persone hanno riorganizzato la propria vita, rivedendo e ridefinendo le proprie priorità ed esigenze. Per questo motivo la politica è chiamata ad assecondare il cambiamento in atto, senza rinunciare ad assicurare sicurezza, stabilità e benessere alle persone.