L’allarme della commissione Femminicidio: “Violenza domestica invisibile nei tribunali civili”
L’indagine della Commissione d’inchiesta sul Femminicidio ha riguardato anche i tribunali ordinari e, con un inedito storico, la Commissione è entrata nel merito delle separazioni e delle questioni di affido collegate al fenomeno della violenza domestica, di quella assistita e della cosiddetta PAS, o alienazione parentale, che viene spesso riscontrata nelle CTU e nelle decisioni di allontanamento dei minori. La situazione emersa dai tribunali ordinari civili è di invisibilità della violenza di genere e domestica e la situazione appare più arretrata rispetto alle Procure.
Nell’indagine ci si è concentrati sulla verifica di quanto la violenza nelle relazioni familiari emerga nelle cause civili, con una particolare attenzione ai consulenti tecnici d’ufficio (Ctu). La violenza sia fisica che psicologica, infatti, pone in stretta correlazione le cause civili per separazione e divorzio con i procedimenti penali. Ci si è chiesto quanto pesi il ruolo del pm nelle cause civili di separazione e in quelle riguardanti i minorenni, visto che è chiamato a garantire l’effettività della protezione di tutti gli interessi in gioco e in particolare dei bambini e delle bambine che assistono alla violenza.
La rilevazione si è riferita al triennio 2016-2018 e hanno risposto 130 tribunali su 140. Nel 95 per cento dei tribunali non vengono quantificati casi di violenza domestica emersi nei casi di separazione giudiziale, di scioglimento e cessazione degli effetti civili di matrimonio e in quelle sui provvedimenti riguardo ai figli e non sono quantificate le cause in cui il giudice dispone una Ctu nella materia. Ciò attesta una sostanziale sottovalutazione della violenza contro le donne.
Il 95 per cento dei tribunali non è in grado di indicare in quante cause il giudice abbia disposto una consulenza tecnica d’ufficio, il 95,5 per cento dei tribunali ha dichiarato di non riuscire a nominare consulenti tecnici di ufficio che possiedono una specializzazione in materia di violenza di genere. Criticità si riscontrano anche riguardo al rapporto tra penale e civile, tant’è che soltanto nel 31,5 per cento dei tribunali – altro dato importante- vengono sempre acquisiti atti e provvedimenti del procedimento penale che riguarda le stesse parti della causa civile nei casi di violenza domestica.
La partecipazione del pm nelle cause civili in cui emerge violenza domestica anche con coinvolgimento di minori sembra occasionale e non adeguata. Ci sono però anche pratiche virtuose. Nei tribunali di Benevento, Bologna, Enna, Macerata, Palermo e Roma sono state adottate linee guida, protocolli e accordi per la collaborazione tra varie istituzioni nei procedimenti per violenza. (Agenzia DIRE)