Lamezia Terme, Azione Identitaria: “L’integrazione è una falsità, basta degrado in città”

I militanti di Azione Identitaria nella notte hanno affisso uno striscione a Lamezia Terme nel quartiere Ciampa di Cavallo con su scritto: ”L’integrazione è una falsità, basta degrado in città”.  


“Abbiamo scelto per quest’azione – si legge in una nota – uno dei luoghi della città ormai simbolo di degrado, come il quartiere Ciampa di Cavallo che, insieme a Scordovillo e San Pietro Lametino, rappresentano ormai vere e proprie polveriere a cielo aperto per via della situazione di ghetto, delinquenza e degrado ambientale che si è venuta a creare e di cui cui i rom residenti ne sono protagonisti.
I recenti servizi televisivi, mandati in onda dal tg satirico di Striscia la notizia, sono solo una piccola parte delle tensioni sociali che ormai si manifestano da troppi anni e verso cui non si è proceduto per una risoluzione definitiva della problematica nonostante le ordinanze di sgombero da parte della Procura della Repubblica (risalenti al lontano 2011).
La responsabilità di questa situazione, ormai fuori controllo, è da addebitare alla classe politica locale che negli ultimi 35 anni non ha saputo fare altro che ricordarsi dei rom solo in prossimità delle campagne elettorali trasformando la bidonville di Scordovillo in un ghiotto bacino elettorale al quale attingere alla bisogna.
Tutte le politiche integrative attuate, specie dalla sinistra negli ultimi vent’anni, sono miseramente fallite ed hanno altresi’ creato due “nuove” bombe etniche in città: San Pietro Lametino ed, appunto, Ciampa di Cavallo.
Anche l’attuale amministrazione di centrodestra, dopo gli slogan da campagna elettorale, si ritrova con la patata bollente tra le mani ed anche il termine prefissato di dodici mesi dall’insediamento è scaduto.
Quel che preoccupa noi di Azione Identitaria è l’impreparazione della politica nell’affrontare tale piaga e questo lo si è potuto evincere anche dalle dichiarazioni del sindaco Mascaro all’inviata di Striscia la notizia, soprattutto quando parla dei rom come gente che è esperta nel commercio, ma a quale commercio si riferiva il sindaco?
La verità è che la politica, sia di centrodestra che di centrosinistra, deve ammettere il proprio fallimento sulla tematica rom, un problema che ci sta scoppiando in faccia e che se non si arresterà andrà in metastasi toccando anche altri quartieri oltre a quelli già interessati da emergenza sociale ed ambientale.
Noi di Azione Identitaria ben consci del fatto che non è possibile alcun processo integrativo, ed i fatti ci danno ragione in questo caso, chiediamo un processo inverso a quello dell’integrazione, che, salvo sporadici casi individuali, in 35 anni non si è mai realizzato, cioè quello di ridare a questa comunità la propria identità e tradizione che con la forza ed anche i vari foraggiamenti a cascata piovuti addosso, si è cercato di cancellare. Imporre usi, costumi, tradizioni e modi di vivere a gente che non li accetta è una grave forma di razzismo e di questo quasi nessuno ne parla.
Chiediamo che, ai rom residenti in città che non hanno mai accettato il processo integrativo (la stragrande maggioranza) e che vivono pertanto in stretta comunità, gli venga revocata per legge la cittadinanza italiana, li si assista nella loro riacquisizione di status di nomadi attraverso specifici fondi europei messi a disposizione dall’Europa per la tutela delle minoranze etniche e gli vengano forniti i mezzi necessari per abbandonare il territorio lametino.
Chiediamo a tutte le istituzioni politiche ed al Prefetto un impegno in questa direzione, consapevoli che sarà un percorso che non potrà concretizzarsi nel breve periodo ma che lo si potrebbe già intraprendere e, come primo passo, invochiamo lo smantellamento del campo di Scordovillo ed il ripristino della legalità nei quartieri Ciampa di Cavallo e San Pietro Lametino attraverso l’ausilio delle forze dell’Esercito italiano affinchè siano monitorate h24 le zone suddette.
Per quanto riguarda i residenti di Scordovillo, piuttosto che lasciarli vivere nel degrado, chiediamo che vengano dislocati in zone fuori dai centri urbani, in piccoli insediamenti lontani tra di loro e sistemati provvisoriamente in container, dotati di tutti i comfort necessari e relativi servizi igienici, debitamente serviti da linee di trasporto pubblico ma costantemente controllati da forze di polizia ed i militari dell’esercito.
L’integrazione è una bugia ed una falsità, è giunta l’ora di abbandonare questo buonismo peloso che ha caratterizzato buona parte dell’opinione pubblica per troppo tempo e che ha portato danni non solo ai cittadini lametini ma anche ai rom stessi, i quali sono rimasti in una sorta di limbo, in cui per legge di ius soli sono italiani ma per quella ius sanguinis si sentono zingari, ed in tutta questa confusione etnica sono stati trattati dalle politiche sociali secondo i due stati, quello di rom e di cittadini italiani al tempo stesso, di conseguenza hanno beneficiato di corsie preferenziali per troppo tempo, non producendo lavoro ed utilità, tutto questo a discapito dei lametini, che invece servono la comunità e pagano le tasse”.