“L’azzardo di Eva”, il nuovo singolo di Pupo contro slot machine e gioco d’azzardo
“No, non c’è un cuore dentro a una slot”.
Inizia così il nuovo singolo e video di Pupo, ‘L’azzardo di Eva’, dal 9 giugno in tutte le radio, trattodall’ultimo album d’inediti “Porno contro amore” uscito lo scorso anno a undici anni di distanza dal precedente.
Un j’accuse senza mezzi termini contro il gioco d’azzardo, le slot e tutti i giochi che portano via impunemente denaro alla gente comune. Una canzone e un video diretti, senza possibilità di equivoci:Pupo, ex giocatore incallito, che ha rischiato la vita e ha perso tutto al tavolo verde per poi decidere infine di liberarsi dal demone, affronta nel modo più diretto possibile l’ipocrisia che sta dietro al fenomeno del gioco d’azzardo. Un video tra tavoli verdi e slot machine, “solo una macchina che ti illude e poi ti getterà nel vuoto che ti inghiottirà”.
Il gioco viene descritto da Pupo come “il demone che cresce in te’’, addirittura “fratello serpente che fu l’azzardo di Eva” la prima tentazione che ha fatto perdere all’umanità, secondo il racconto biblico, il paradiso terrestre. E per rendere ancora più chiaro il messaggio del brano, Pupo ha scelto di usare, per accompagnare le immagini del video, il testo del brano che compare per sottolineare la discesa all’inferno dei giocatori d’azzardo. “Tu lo sai, ma testardo vai avanti anche se la strada è buia e sai che vai avanti fino a che lui ti distruggerà”, canta Pupo rivolgendosi direttamente al giocatore, senza lasciare spazio al buonismo.
Una canzone che è anche una confessione aperta di sofferenza quando Pupo sceglie di usare, nella secondo strofa, il racconto in prima persona, cantando “di quando ho tentato il suicidio” e definendosi “l’esempio vivente che se ne può uscire”. Una canzone-manifesto di sofferenza ma anche di speranza e di lotta verso uno dei mali dell’epoca contemporanea (che lo scorso anno ha fatto spendere agli italiani 95 miliardi di euro, 3.012 euro al secondo, stabilendo un nuovo, non invidiabile, record), nascosto spesso sotto ‘indifferenza’ dai “cannibali della tua esistenza”. (Comunicato Stampa)