Libri: “Credo negli esseri umani”, la buona novella in chiave pop di mons. Staglianò
Dopo il successo su YouTube il Vescovo di Noto arriva in libreria. Esce per Rubbettino “Credo negli esseri umani. Cantando la buona novella” di mons. Antonio Staglianò, con prefazione di Giovanni D’Ercole. Lunedi 18 luglio, alle 21, nella settecentesca Piazza Immacolata di Crotone, monsignor Staglianò presenterà il suo libro affiancato da Maria Vittoria Mungari (voce), Giorgio Barozzi (pianoforte), Sandro Cretella (basso) e Davide Calabretta (batteria).
(Comunicato Stampa) – Tutto è cominciato durante una Messa per la celebrazione delle Cresime nel marzo 2015. Il vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, di fronte a un pubblico vociante e forse un po’ annoiato di ragazzi e famiglie, mettendo da parte (ma solo apparentemente) i sommi Padri della Chiesa comincia a citare e a cantare alcune strofe di Noemi e Marco Mengoni, calamitando come per magia l’attenzione dei presenti e riuscendo al contempo a dire quello che avrebbe voluto dire all’inizio ma in modo nuovo, cantando – anzi, cantillando – quelle che tutti chiamano solo “canzonette”.
C’è, come in tutte le celebrazioni simili, un operatore che riprende l’omelia e ha l’idea di postarla su YouTube. Nel giro di qualche giorno la clip fa il giro del mondo, rilanciata da tutti i principali quotidiani e siti di informazione on line. Il Vescovo, con tanto di mitria e pastorale, che canta Mengoni è davvero un filmato irresistibile.
Mons. Staglianò, don Tonino come lo chiamano tutti, non si lascia turbare dal clamore e, forte di una solidissima cultura teologica (studi alla Gregoriana, approfonditi in Germania, numerose pubblicazioni alle spalle) ma anche di una grande capacità comunicativa, riesce a cavalcare l’onda e a fare quello che in fondo avrebbe fatto oggi Gesù, ovvero annunciare la buona novella usando il linguaggio più comprensibile a chi ti ascolta (in fondo le parabole non sono altro che queste). E così, con Mons. Staglianò, il Vangelo diventa più pop, la Chiesa puzza meno di sagrestia, e anche il vescovo da inarrivabile principe diventa “uno di noi”.
Oggi il messaggio di don Tonino diventa un libro, intitolato, guarda caso “Credo negli esseri umani” come la canzone di Mengoni da cui tutto ha avuto inizio e alla quale il volumetto rende così omaggio.
Il libro da un lato è una sorta di manaule ad uso di quanti si trovano ogni giorno ad annunciare il Vangelo a un mondo sempre più lontano e distratto; dall’altro, in una interessante e densa seconda parte, riprende la passione di don Tonino per la musica leggera. Qui l’autore si misura con una serie di brani di successo della musica leggera italiana, rileggendoli in chiave cristiana, da “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni, a “Il sale della terra” di Ligabue, “Vuoto a perdere” di Noemi, “Fatti avanti amore” di Nek e molti altri.
Il libro, manco a farlo a posta, si conclude con un “Amen” che, guarda caso, è anche il brano sanremese di Francesco Gabbani
La quarta di copertina
«Se un prete criticasse i giovani di oggi per certa vuotaggine serpeggiante, e spesso anche troppo evidente, nessuno lo ascolterebbe e, anzi, gli si darebbe addosso criticandolo. Invece, se il “vuoto a perdere” lo denuncia la cantante Noemi, o se Mengoni denuncia la “non autenticità” con cui ci si dichiara l’amore tra persone, allora le cose potrebbero andare diversamente. Anche questo accade, ed è un fatto. Io l’ho sperimentato in diversi anni di predicazione. La citazione verbale di questi testi, conosciuti dai ragazzi, li rimette subito in “connessione”. Il problema fondamentale credo possa essere il seguente: questi testi hanno dignità letteraria o no? Possono essere messi alla stessa stregua della letteratura dei grandi? Le tragedie greche, oggi considerate unanimemente opere straordinarie di letteratura, erano alla fin fine “telenovelas pop” dell’epoca. E allora? nella musica pop non si può trovare sapienza umana? E quando predichiamo il Vangelo, non ci interessiamo all’umano dell’uomo? In verità, i testi delle “canzonette”, nella misura in cui intercettano dimensioni dell’umano dell’uomo, appartengono di diritto al Vangelo e alla sua predicazione».
Antonio Staglianò, Vescovo di Noto dal 1009, è dottore in Teologia (Pontificia Università Gregoriana) e in Filosofia. È stato Direttore dell’Istituto Teologico Calabro dove ha insegnato Teologia sistematica e ha offerto corsi di Teologia fondamentale all’Università Gregoriana. È stato membro del Consiglio nazionale dell’Associazione Teologica Italiana e teologo consulente del Servizio nazionale della CEI per il progetto culturale.