Librino, con l’apertura delle scuole via all’allestimento dell’opera monumentale “La Porta delle Farfalle” di Antonio Presti
“Con le sue iniziative legate al mondo dell’arte, Presti ha contribuito alla diffusione positiva dell’immagine della Sicilia anche fuori dal territorio nazionale. È un artista puro, infaticabile che ha scelto il quartiere di Librino dal 2000 come spazio creativo per farne un Museo a cielo aperto”.
Era il 5 dicembre 2009 e con questa motivazione il mecenate Antonio Presti riceveva dall’Amministrazione comunale di Catania la cittadinanza onoraria. Sono trascorsi 22 anni dall’ingresso del presidente della Fondazione Fiumara D’Arte nel quartiere, e ancora oggi l’impegno si rinnova con la semina di quei valori legati all’Arte e all’Etica. Un percorso che si alimenta di gratitudine, ricambiata da migliaia di cittadini che vivono con lui questa Rinascita. Che si nutre di Arte, Conoscenza e Bellezza, contribuendo alla diffusione positiva dell’immagine di Librino oltre i confini nazionali.
Un legame indissolubile, quello che unisce Presti alla sua gente; che non è mai stato strumentalizzato; che con innocenza ha costruito ponti di fratellanza, amicizia, solidarietà; che si nutre di fiducia, rispetto, speranza.
Una vera e propria Democrazia della Luce, che ha guidato scelte, visioni, azioni, innestando una nuova coscienza civile.
È con questo stesso spirito che con l’apertura delle scuole partirà ufficialmente l’allestimento della nuova Porta delle Farfalle, opera monumentale che inneggia alla Gioia della Vita e che nell’ultimo anno ha coinvolto oltre 15mila persone, con l’obiettivo di trasformare un muro di cemento dell’Asse dei Servizi «in un Passaggio che consente di essere accolti nel grembo della Grande Madre». Così Antonio Presti commenta il suo progetto visionario, «che dona luce all’oscurità che ci avvolto negli ultimi due anni, restituendo all’Anima un varco che conduce all’esperienza del Sogno».
Oltre cento persone – tra maestranze, licei artistici, architetti, artisti e cittadini – sono coinvolte per dare vita alla più grande scultura al mondo in bassorilievo ceramico: un chilometro e mezzo di Opera, in continuità con la Porta della Bellezza, che dalla sua genesi è stata una grande agenzia educativa e spirituale per tutti. Un progetto monumentale nato grazie a migliaia di ore di seminari, incontri, laboratori didattici, che durante lo scorso anno scolastico hanno visto bambini e mamme a lavoro (insieme a una rete di giovani curatori, licei artistici di tutta la Sicilia, artisti e architetti), grazie anche al supporto del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, nella persona di Giovanna Paladino, responsabile della segreteria tecnica di presidenza della banca.
«Antonio Presti è sempre stato un punto di riferimento per il nostro quartiere – sottolinea Alfio Allegra, presidente della Sesta Municipalità di Catania – voglio ancora una volta ringraziarlo a nome di tutta la nostra comunità: per lui Librino è stata sempre una priorità, un luogo a cui restituire dignità e identità. Tutte le sue Opere appartengono ai cittadini, che le hanno sempre rispettate e onorate: grazie a lui abbiamo raccontato un quartiere positivo, diverso, vivo e creativo. Spero che Librino possa davvero diventare un vero e proprio approdo per tutti quei turisti in visita a Catania».
«Da cittadino onorario mi piace pensare al mio Diritto di Cittadinanza con la più alta e nobile espressione di impegno civile – continua il maestro Presti – dove le idee possono prendere forma ed essere proiettate sul territorio, grazie a un processo maieutico di integrazione e condivisione, che guida il nostro modo di vivere e di stare al mondo. Questa Politica della Bellezza, che nasce dal basso e produce un cambiamento, modifica concretamente il vissuto personale e collettivo, si nutre di relazioni autentiche. Dopo oltre due decenni c’è coerenza, armonia, voglia di ribellarsi all’inerzia che spesso trascina luoghi e persone nell’oblio. In nome di una politica sociale stiamo restituendo ai cittadini di Librino la visione della Bellezza, che trova il suo senso nel fare e non più nel chiedere».
Un testamento etico che continua a passare di madre in figlio, attraversando quattro generazioni, lasciando traccia e scavando un solco che si fa strada tra gli abitanti di Librino: «Il Sapere libera dalla schiavitù di questa contemporaneità – conclude Presti – e oggi più che mai vogliamo sentirci liberi, per restituire al cuore la sua vera essenza».
Tutto è pronto, dunque, in attesa delle ultime autorizzazioni da parte dell’Amministrazione comunale: «In questi tempi di grandi solitudine civile ed etica, sento la necessità di fare un appello a imprenditori, industriali, associazioni e Fondazioni, per contribuire a questo processo artistico-sociale di rigenerazione urbana, che non vuole essere solo strutturale ma spirituale. Tutto questo nasce dal dono della mia Fondazione come impegno anche economico: guardando alla realizzazione del Museo Internazionale di Fotografia, oggi sento la necessità di coinvolgere tutte le forze positive della città, per costruire insieme questa visione di futuro. Non più un progetto dell’Io ma un Progetto del Noi».