L’Isis colpisce in Iran
Teheran, capitale della Repubblica Islamica d’Iran, è stata colpita questa mattina da un triplice attacco terroristico: il bilancio, ancora provvisorio, è di almeno 12 vittime. Obiettivi dell’azione militare, immediatamente rivendicata dallo Stato Islamico, sono stati il parlamento e il mausoleo dell’Ayatollah Khomeini.
Stando alle notizie confermate dal ministro dell’Intelligence iraniano, la situazione al parlamento sarebbe rimasta a lungo critica, con gli attentatori asserragliati all’interno dell’edificio insieme a un numero non precisato di ostaggi. Secondo l’agenzia iraniana Fars, la situazione sarebbe adesso sotto controllo e il commando composto da 4 attentatori neutralizzato.
Sarebbero quattro gli attentatori che, indossando abiti da donna, hanno fatto irruzione questa mattina all’interno del parlamento. I terroristi avrebbero trasportato le armi sotto le lunghe tuniche ed interrotto una seduta dell’aula. Secondo alcune fonti di stampa, nell’assalto al parlamento sarebbero rimaste uccise almeno cinque persone.
Dopo una giornata di terrore, con il commando che avrebbe preso anche un numero non confermato di ostaggi, l‘agenzia di stampa iraniana ‘Fars’ ha riferito che tutti e quattro gli attentatori del parlamento di Teheran sono stati uccisi dalle forze di sicurezza.
L’altro obiettivo dell’attacco è stato il mausoleo dell’Ayatollah Khomeini, padre fondatore della Repubblica Islamica d’Iran. Stando a quanto riferito da fonti di stampa locale, un attentatore sarebbe riuscito a farsi esplodere mentre l’altro sarebbe stato neutralizzato dalle forze di sicurezza. Ancora poco chiaro il bilancio dell’esplosione, con ricostruzioni che parlano di “diversi feriti”.
Gli attacchi sono stati immediatamente rivendicati online dallo Stato Islamico. L’Iran è infatti uno dei paesi più impegnati nella guerra contro il califfato di Al Baghdadi, presente con organizzazioni militari e paramilitari sia in Siria che in Iraq. Nonostante questo impegno in prima linea, però, gli estremisti sunniti non avevano ancora preso di mira il più grande paese sciita della regione. Un’escalation preoccupante, anche alla luce del precipitare della situazione nel golfo persico dopo la crisi nelle relazioni tra il ‘filo-iraniano’ Qatar e i paesi della penisola arabica. (DIRE)