Lo sport in Italia: un sistema da 96 miliardi di euro, il 3,6% del Pil
Lo sport in Italia contribuisce al Pil per il 3,6%, una ricchezza pari a 96 miliardi di euro di ricavi generati, dando lavoro a circa 389mila persone. Sono i dati fondamentali che emergono dal primo osservatorio sullo Sport System, realizzato dall’Ufficio studi di Banca Ifis e presentato questa mattina nella sala Giunta del Coni dal vicepresidente Ernesto Furstenberg Fassio, e dal numero uno del Comitato Olimpico Nazionale, Giovanni Malagò. Una raccolta dati nata per rispondere alla richiesta rivolta dalla Commissione Ue agli Stati membri di misurare la dimensione economica di tutte le componenti dello sport, e per offrire ai decisori pubblici e privati informazioni fondamentali per futuri interventi strategici. I dati sono relativi al 2019, considerato un anno medio di riferimento prima della pandemia che ha scosso gli equilibri.
La principale componente del settore è rappresentata dagli operatori ‘core’, ovvero le Associazioni e le Società sportive dilettantistiche e professionistiche, gli Enti di promozione sportiva, le Federazioni e le società di gestione degli impianti: complessivamente oltre 74mila realtà che nel 2019 davano lavoro a 228mila persone generando ricavi per 46,4 miliardi. Rilevante anche il contributo allo Sport System degli operatori che si muovono ‘a valle’ della filiera, ovvero le società del settore media, delle scommesse sportive, dei servizi collegati alla fruizione degli eventi sportivi (22,6 miliardi, il 23% dello Sport System).
Nella rilevazione figurano anche le aziende che operano ‘a monte’ della filiera, i produttori di abbigliamento, attrezzature e veicoli sportivi: si tratta di circa 10mila aziende e 161mila addetti (17,3 miliardi di fatturato, il 18% dei ricavi). Infine, per quanto riguarda i benefici sociali generati dallo sport, la quarta componente mappata dall’Osservatorio è rappresentata dal valore indiretto generato dallo sport per l’economia e la società italiana. Nel 2019 lo sport italiano, infatti, ha prodotto esternalità positive per quasi 10,1 miliardi: di questi circa 5,3 miliardi rappresentano il risparmio per il Sistema sanitario nazionale delle spese per la cura di alcune patologie.
Secondo l’Osservatorio, inoltre, sono circa 35 milioni gli italiani che seguono e si interessano ad almeno uno sport, e 15,5 milioni gli italiani che lo praticano regolarmente. Il calcio è lo sport più praticato in Italia (34% tra gli over 18), seguito dal nuoto (29%, pur incassando meno di un terzo dei contributi pubblici ricevuti dal calcio).
“Lo sport è un importante veicolo di benessere e crescita per la società e le organizzazioni – ha spiegato Furstenberg Fassio – Ecco perché l’Osservatorio è una nostra iniziativa che si inserisce nell’ambito dei numerosi progetti avviati recentemente dalla Banca, come le sponsorizzazioni sportive e le attività a sostegno dei settori giovanili, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di uno dei principali settori economici e valoriali dell’Italia“. Anche il presidente del Coni Giovanni Malagò ha sottolineato il ruolo di Banca Ifis, “impegnata su temi del terzo settore e della sostenibilità. In tanti si stanno interessando al nostro mondo, comprese le banche, e questo Osservatorio può essere sicuramente uno strumento utile anche per il Governo per sensibilizzare sull’importanza del sistema sportivo”.
L’Osservatorio, infine, ha evidenziato una flessione dei ricavi e degli occupati negli anni della pandemia, soprattutto nel 2020. Il comparto più colpito in termini assoluti è stato quello delle associazioni e delle società sportive, che hanno visto il proprio fatturato passare dai 40,2 miliardi del 2019 ai 32,5 miliardi del 2020, con un calo di 7,7 miliardi (-19%).
Nel 2021 i primi segnali di ripresa, ma sono necessari investimenti. Grazie alla ripartenza è stato registrato un parziale recupero dei ricavi a 78,8 miliardi (3% del Pil), ma per tornare ai livelli pre-pandemici e per sostenere lo sviluppo di tutto il comparto saranno fondamentali gli investimenti pubblici e privati. Secondo l’Osservatorio, sull’anno medio di riferimento c’è un effetto moltiplicatore: 1 milione di investimenti pubblici attiva quasi 9 milioni di risorse private che generano un fatturato annuo di 20 milioni, 2,3 volte superiore agli investimenti privati.