Lo stylist Ciacci primo sieropositivo al GF Vip, per ‘vestire’ di normalità l’hiv
Giupponi (Lila): la sua partecipazione necessaria contro stigma
Una notizia che ha diviso l’opinione pubblica di tutta Italia e che continua a far discutere. Non stiamo parlando della separazione tra Francesco Totti e Ilary Blasi ma della partecipazione di Giovanni Ciacci all’edizione numero 7 del Grande Fratello Vip.
Già, perché Giovanni Ciacci, stilista e volto noto della tv, ha annunciato la propria condizione di persona con Hiv. Lo ha fatto raccontandosi alla rivista ‘Chi’ e al direttore, nonché conduttore del GF Vip, Alfonso Signorini.
Ciacci, 51 anni, inconfondibile pizzetto azzurro, questa sera varcherà la porta della casa più spiata d’Italia, lasciandosi alle spalle dubbi, paure e pregiudizi. “È una scelta coraggiosa- commenta alla Dire Giusi Giupponi, coordinamento nazionale della Lega Italiana per la lotta contro l’Aids- Lila- noi siamo al suo fianco e gli auguriamo una buona permanenza e che innanzitutto possa stare bene”.
“So che Giovanni Ciacci dimostrerà di essere una persona- continua- che può fare tutto, anche se ha l’Hiv. Sappiamo bene quanto coraggio ci voglia, perché in Italia ci sono 130mila persone diagnosticate che ci convivono e siamo consapevoli che dichiarare di avere l’Hiv è una cosa molto forte”. “Oggi- afferma poi Giupponi- quando una persona scopre di avere l’Hiv, ha comunque una qualità e un’aspettativa di vita, un futuro. La società, invece, non riesce a vedere tutto questo, è ancora una cosa che bisogna tenere nascosta”. Giupponi è convinta che dalla partecipazione di Giovanni Ciacci al reality di Canale 5 possa arrivare un messaggio molto chiaro. “Il messaggio è che chi ha l’Hiv è una persona, una persona che può fare tutto, che non si deve precludere nulla. Voglio ricordare un messaggio importantissimo, il messaggio ‘U uguale U’: se una persona è in terapia antiretrovirale da almeno 6 mesi e ha una carica virale soppressa, vuol dire che ha il virus, non lo perderà mai, è nel suo corpo, ma significa anche che non è più infettiva. La persona, dunque, può avere rapporti sessuali non protetti e non trasmettere il virus dell’Hiv: ce l’ha nel suo corpo ma non lo trasmette”. Per Giupponi “è un messaggio fondamentale, perché ridà dignità alle persone e permette loro di prospettare un futuro in qualsiasi ambito, ma soprattutto di poter concepire in modo naturale e di avere dei bambini sani. Ci sono studi scientifici che lo dimostrano. Questo ha permesso a tutte le persone che vivono con l’Hiv di avere una vita normale, di poter prospettare un futuro anche a livello di genitorialità, di poter fare qualsiasi cosa”. Annunciando la propria partecipazione al GF Vip, Ciacci ha detto ‘Voglio lottare contro lo stigma’. “Questo è davvero fondamentale- sottolinea l’esponente della Lila- e oltre a questo, Giovanni ha anche dichiarato che, grazie all’intervento di Signorini e di Pier Silvio Berlusconi, ha fatto togliere la clausola nei contratti che impedivano a chi ha l’Hiv di poter partecipare a trasmissioni televisive”.
Giupponi informa poi che “lo stigma è una cosa che la persona vive su di sé in maniera molto forte, perché ha proprio questa paura di dichiararsi, di aspettarsi un rifiuto da parte degli altri. E non è un pensiero della persona, lo dicono i fatti. Non è facile rivelare a tutti di avere l’Hiv, perchè le persone si spaventano, si allontanano, le persone allontanano chi si espone. Ecco perché la sua presenza nella casa è davvero importante: questo tipo di comunicazione deve essere rivolta a tutti, non solo a una tipologia di persone. È necessario e fondamentale comunicare, sensibilizzare, parlare dello stigma e di tutto quello che attiene all’Hiv”. Intanto ci si domanda quale sarà l’atteggiamento degli altri partecipanti. “È difficile dirlo. Ci sono persone di varie età, giovani, adulti, persone mature. Può essere che qualcuno, se non ha alcuna conoscenza del tema, al momento si spaventi. Ci sarà la persona curiosa, quella che avrà paura ma sono convinta che Giovanni Ciacci entri nella casa con questo obiettivo: spiegare che vivere accanto a una persona con Hiv, condividere gli spazi, utilizzare gli stessi strumenti non comporta alcun rischio di trasmissione”. “Ancora oggi- sottolinea inoltre Giupponi- ci sono persone che pensano che il bacio trasmetta l’Hiv, ma non è così. Ancora oggi non c’è una chiara distinzione su cosa sia l’Hiv e cosa sia l’Aids. La persona che ha l’Hiv, se è in trattamento non sviluppa l’Aids, non è una cosa automatica. Ci sono davvero tanti messaggi che Giovanni può dare e io credo che li darà, perché la sua scelta di dichiararsi non è stata improvvisa ma consapevole. Ci saranno molte reazioni, vedremo cosa succederà”. Il gesto di Ciacci può spingere altri che vivono sotto i riflettori della notorietà, e che magari sono anch’essi persone con Hiv, a compiere un passo simile? “Sono convinta- risponde Giupponi- che la sua scelta dia speranza anche ad altre persone del mondo della cultura, del mondo dello spettacolo, persone famose. Magari non un coraggio che li spinga a dichiararsi pubblicamente ma almeno nella propria cerchia di conoscenze. È una libera scelta non dichiarare il proprio stato sierologico, però sarebbe davvero una bella cosa se la decisione di Giovanni Ciacci aprisse la porta ad altre persone per dichiararsi. Diventerebbe una cosa normale e non eclatante, come invece ha fatto lui. Se questo suo gesto ottenesse un risultato simile vorrebbe dire che Ciacci ha fatto una cosa davvero importante, che ha aperto una strada. Poi vedremo nel tempo chi la imboccherà per rendersi visibile come ha fatto lui”. Giupponi tiene però a precisare che “questa società non vuole sentire la verità, non vuole capire che l’Hiv è un’infezione che chiunque abbia rapporti non protetti e non conosce lo stato sierologico dell’altra persona può ricevere. L’Hiv non è più una malattia rivolta ad una categoria di persone, l’Hiv colpisce indistintamente chiunque abbia rapporti non protetti”. A tal proposito Giusi Giupponi tiene a lanciare il proprio messaggio. “Chiunque abbia avuto un rapporto sessuale non protetto, vada a fare un test. Il test si può fare negli ambienti sanitari, si può fare un autotest acquistandolo in farmacia, ci si può rivolgere alle Ong, tra cui la Lila. Passati 30 giorni è possibile fare un test. Senza vergogna, senza paura. È una cosa forte ma è importante. La prevenzione parte da qui”. Una prevenzione che deve partire fin dalla scuola. “Oggi I giovani iniziano l’attività sessuale anche da 14 anni. Oggi con l’Hiv si vive una vita assolutamente normale ma se prevengo, evito di ricevere questo virus. Le altre infezioni sessualmente trasmissibili si curano tutte e da tutte si guarisce. Dall’Hiv, invece, ci si cura ma per ora non c’è una guarigione. Non c’è un vaccino che guarisca dall’Hiv. Quindi-conclude Giupponi- la prevenzione, a partire dai giovani, è importantissima”. (