Lotta alle zoonosi: in aumento le malattie trasmesse dagli animali
Se n’è parlato a Roma durante il convegno “One Health: una salute unica e una sola scienza – Protect our future too from Zoonosis” organizzato in collaborazione con MSD Animal Health
Il controllo delle malattie di origine animale è una delle grandi sfide per i sistemi sanitari in tutto il mondo.
Secondo il CDC (Center for Disease Control and Prevention) circa il 75% delle malattie infettive emergenti che interessano gli esseri umani sono di origine animale e circa il 60% di tutti i patogeni che colpiscono l’uomo sono zoonotici. Di qui la necessità di gestire la salute in modo integrato e univoco tenendo in considerazione l’uomo, l’animale e l’ambiente.
Sempre l’OMS stima che ogni anno le zoonosi – cioè le malattie causate da agenti trasmessi per via diretta o indiretta dagli animali all’uomo – interessino oltre un miliardo di persone, determinando circa un milione di morti e costituendo circa il 17% dei casi totali di malattie trasmissibili.
Il tema ha fatto da sfondo al convegno “One Health: una salute unica e una sola scienza. Protect our future too from zoonosis” che si è svolto a Roma e organizzato da Health Publishing Services – AboutPharma con il contributo di MSD Animal Health, azienda leader nella salute animale.
Medici veterinari, infettivologi, medici di medicina generale, parassitologi, entomologi, climatologi e rappresentanti delle Istituzioni hanno evidenziato e condiviso gli strumenti che possano aiutare a prevenire, monitorare e controllare le malattie zoonotiche.
E il messaggio emerso dalle varie tavole rotonde che si sono susseguite nel corso della mattinata parte dal presupposto che è necessario costruire una collaborazione fattiva tra le istituzioni e favorire una sinergia interprofessionale tra medicina umana (in particolare medici del pronto soccorso, di medicina interna, medici di medicina generale, infettivologi, pediatri, geriatri) e medicina veterinaria (sia liberi professionisti che operatori del Dipartimento di prevenzione delle ASL e degli Istituti Zooprofilattici).
I medici veterinari e i medici umani devono parlare la stessa lingua: la collaborazione e la comunicazione tra i due comparti della medicina sono fondamentali.
E, per raggiungerla, bisogna puntare anche sulla formazione degli operatori sanitari.
“Preservare la salute globale è possibile solo con la collaborazione multidisciplinare dei diversi settori coinvolti” – ha affermato Paolo Sani, Amministratore Delegato di MSD Animal Health. ”L’approccio collaborativo dell’One Health, o Salute Unica, che si fonda sul legame indissolubile tra esseri umani, animali ed ecosistema è la scelta vincente per assicurare il benessere collettivo. E noi di MSD Animal Health siamo da sempre al fianco dei professionisti della salute affinché si faccia squadra per raggiungere obiettivi comuni e condivisi”.
Nel corso del convegno si è parlato di:
One Health e zoonosi: qual è il collegamento?
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Claudio M. Mastroianni, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università La Sapienza di Roma e Presidente SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali ha spiegato il concetto di One Health e ricostruito come nella storia dell’approccio One Health, a partire dal 1749 per arrivare ai giorni nostri, si siano alternati vari eventi e persone differenti.
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Marco Melosi, Presidente ANMVI – Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani si è soffermato sui cambiamenti sociali nelle relazioni tra uomo e animali domestici sottolineando come la nuova prossimità tra uomo e pet in un unico ambiente domestico imponga una maggiore attenzione alla salute degli animali per evitare l’insorgere di zoonosi.
Vector journey: distribuzione dei vettori, cause, fattori ambientali e sociali
Dalla Tavola Rotonda è emerso il messaggio che è importante la prevenzione contro le zecche e I flebotomi con prodotti di efficacia comprovata 12 mesi l’anno e che viene meno il concetto di stagionalità.
In particolare:
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Simone Orlandini, Direttore del Centro di Bioclimatologia, Università degli Studi di Firenze si è soffermato sui cambiamenti climatici spiegando in base a quali parametri vengono considerati e quali sono gli impatti sui fenomeni biologici, sull’ecosistema e in particolare sul ciclo biologico, sulla distribuzione e sulla diffusione dei vettori.
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Gioia Bongiorno, Entomologa Ricercatrice, ISS – Istituto Superiore di Sanità ha spiegato come è cambiata la ditribuzione dei vettori di leishmaniosi in Italia e quali sono le cause che hanno determinato la loro espansione tanto da considerare il nostro paese endemico per questa malattia;
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Domenico Otranto, Professore di Malattie Parassitarie degli Animali, Università degli Studi di Bari e Presidente WAAVP – World Association for the Advancement of Veterinary Parasitology si è concentrato sul ruolo delle zecche, altro vettore di malattie per gli animali e per l’uomo, analizzando l’influenza dei cambiamenti climatici sulla loro distribuzione e spiegando come possiamo controllare l’attività delle zecche per ridurre il rischio di malattie trasmesse.
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Ezio Ferroglio, Professore di Parassitologia e Malattie Parassitarie degli Animali, Università di Torino e Presidente ESCCAP Italia – European Scientific Counsel Companion Animal Parasites ha raccontato in particolare come è cambiata, se è cambiata, la distribuzione delle zecche al nord e quali sono le evidenze nelle regioni settentrionali, tradizionalmente a clima continentale, e come possiamo controllare l’attività delle zecche per ridurre il rischio di malattie trasmesse.
Patient journey nell’animale e nell’uomo – Un focus su Malattia di Lyme e Leishmaniosi: modalità di diffusione, sintomatologia e diagnosi
Dalla Tavola Rotonda è emerso il messaggio che medici veterinari e medici umani devono parlare la stessa lingua. E’ fondamentale la collaborazione e la comunicazione tra i due comparti della medicina. Sono molto importanti, inoltre, i piani di controllo e monitoraggio epidemiologico.
In particolare:
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Alessandro Bartoloni, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università di Firenze ha raccontato come i vettori di Leishmania e Malattia di Lyme, a causa dei cambiamenti climatici, siano ormai presenti anche in aree tradizionalmente non endemiche e quali siano i principali campanelli d’allarme e la sintomatologia della Leishmaniosi e della malattia di Lyme nell’uomo.
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Luisa Galli, Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Firenze e Direttore SOC Malattie Infettive, Responsabile di Area Medica, Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer IRCCS, Firenze ha analizzato quali siano, in base alla sua esperienza, le malattie a carattere zoonotico rilevate con maggior frequenza sottolineando come il trend sia in aumento per quanto riguarda la leishmaniosi. Ha poi spiegato che, per ridurre il rischio di trasmissione di queste malattie, in particolare nei bambini, sia a livello di prevenzione che a livello epidemiologico, bisogna agire su un fronte molto più ampio utilizzando repellenti adeguati sui vestiti, quando si frequentano aree a rischio, e attuare piani di profilassi e protezione sui cani.
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Gaetano Oliva, Professore di Clinica Medica Veterinaria, Università degli Studi di Napoli Federico II e WSAVA (World Small Animal Veterinary Association) One Health Committee member, esperto di riferimento a livello internazionale per la leishmaniosi, ha raccontato come si trasmette questa malattia nel cane e nell’uomo, spiegando come gestire gli animali già infetti o malati e come proteggere l’uomo dal rischio di contagio.
Come affrontare il problema? Buone pratiche e proposte per migliorare i sistemi di monitoraggio e accelerare l’iter diagnostico a livello territoriale
Tavola rotonda – prima parte
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Gioia Capelli, Direttore Sanitario, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e Direttore, Centro di referenza nazionale per la ricerca scientifica sulle malattie infettive nell’interfaccia uomo/animale ha raccontato alcuni esempi virtuosi di collaborazione tra medicina umana e medicina veterinaria come la gestione dell’emergenza del virus West Nile in Veneto, l’attuazione del Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi 2020-2025 e la recente circolare del Ministero della Salute dell’ottobre 2020 che presenta la Leishmaniosi secondo un concetto One Health, riunendo aspetti di salute umana e animale.
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Alessandro Bartoloni, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università di Firenze ha illustrato un progetto molto interessante impostato in Toscana, territorio tradizionalmente endemico per leishmaniosi, che prevede la creazione di una rete multidisciplinare e multisettoriale per lo sviluppo di nuove modalità di intervento nei confronti delle malattie zoonotiche trasmesse da vettori.
Cosa succede sul territorio? Misure e collaborazioni inter istituzionali ed interprofessionali per la prevenzione, il contenimento e il controllo delle zoonosi
Dalla Tavola Rotonda è emerso il messaggio che il medico veterinario, oltre ad occuparsi della salute degli animali ha un fondamentale ruolo di tutela della sanità pubblica. Un nodo centrale per la protezione delle zoonosi è la formazione dei medici di medicina generale, pertanto è necessario creare occasioni di formazione congiunta tra medici di medicina umana e medici veterinari. Infine è determinante la collaborazione inter istituzionale tra livello centrale e territorio e tra dipartimenti di medicina umana e veterinaria.
In particolare:
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Claudio Cricelli, Presidente, SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie ha spiegato quali siano le principali criticità che incontra il Medico di Medicina Generale nel diagnosticare una malattia di origine zoonotica e come dovrebbero essere strutturati dei percorsi di formazione in grado di traferire le conoscenze necessarie per una diagnosi precoce delle zoonosi.
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Gaetana Ferri, Consigliere del Comitato Centrale, FNOVI – Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani ha parlato del veterinario e di come il suo compito non sia solo quello di prevenire e curare le malattie degli animali ma anche di svolgere un ruolo di sanità pubblica proteggendo l’uomo dai pericoli e dai danni derivanti dalle malattie degli animali e dal consumo di prodotti di origine animale. E ha spiegato concretamente come questo ruolo venga assolto dai medici veterinari liberi professionisti che si occupano di pets.
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Federica Ferraro, Dirigente Sanitario Medico, Ufficio V Prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale, Direzione generale della prevenzione sanitaria, Ministero della Salute ha raccontato come viene concepito l’approccio One Health dalla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria. Si è poi soffermata sul Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi 2020 – 2025 che rappresenta un riferimento per l’approccio integrato e multistakeholder alle zoonosi da vettore.
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Luigi Ruocco, Direttore Ufficio 3° – Sanità animale e gestione operativa del Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali e unità centrale di crisi, Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari, Ministero della Salute ha raccontato come viene concepito l’approccio One Health dalla Direzione Generale della Sanità Animale, quali sono le principali emergenze da affrontare, come funziona l’unità centrale di crisi e come si interfaccia con gli altri attori coinvolti.