Luoghi del Cuore, una firma per salvare Capo Colonna

CROTONE – Il Parco Archeologico di Capo Colonna Luogo del Cuore del Fondo Ambiente Italiano? A Crotone c’è chi ci crede ed è sceso in campo per sostenerne la candidatura. E’ nato infatti un comitato spontaneo composto da professionisti ed enti privati, al fine di promuovere la raccolta delle firme necessarie. “Mi piace definirci un’ATI, Associazione Temporanea di Intelligenze” spiega il portavoce del comitato, Antonio Grilletta, secondo il quale Capo Colonna ha la peculiarità di “parlare con più voci. Quelle della fede, della storia, dell’archeologia, del mare”. Caratteristica che ne fa un unicum al mondo.

L’iniziativa è stata presentata ieri pomeriggio nei locali del Circolo Velico, che fin da subito ha accettato la sfida e che, come spiegato dal presidente Francesco Verri, “farà tutto il possibile affinché il risultato sia raggiunto” perché “Capo Colonna è un luogo unico che merita di essere tutelato, valorizzato e rilanciato. Il nostro è un territorio che può trovare il suo futuro nel suo passato”.

Il censimento nazionale “I Luoghi del Cuore”, giunto alla sua ottava edizione e promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo, chiede a tutti i cittadini di segnalare i piccoli e grandi tesori che amano e che vorrebbero salvare. Per farlo, basta andare sul sito dell’iniziativa e seguire la procedura guidata, oppure, firmare sulle schede di raccolta messe a disposizione dai comitati promotori, ove presenti. Fino ad oggi, grazie al censimento, il Fai ha salvato e tutelato 68 Luoghi del Cuore in 15 regioni italiane. In particolare, in Calabria grazie al Fai nel 2008 si è riusciti a salvare la spiaggia del Fosso Cupido, Sant’Andrea Apostolo dello Jonio (CZ) mentre lo scorso 16 maggio è stato avviato l’intervento per realizzare l’impianto di illuminazione per la Cattolica di Stilo, nell’ambito di un più ampio e ambizioso programma di valorizzazione del bene promosso dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria.

Nella foto: (da sinistra) Pedace, Grilletta, Verri, Regalino, Corrado, Paravati, Aversa
Nella foto: (da sinistra) Pedace, Grilletta, Verri, Regalino, Corrado, Paravati, Aversa

A sostenere l’attività del comitato crotonese anche il presidente della delegazione regionale del Fai, Anna Lia Paravati, secondo la quale “Crotone è una città che sta vivendo un risveglio culturale e da qui sta partendo un messaggio positivo per tutta la Calabria. Messaggio che dobbiamo saper cogliere anche attraverso questa opportunità”.

Un’opportunità, che arriva a un anno dallo scandalo della cementificazione di un’area all’interno del Parco archeologico di Capo Colonna, che indignò l’Italia intera. Una violenza, quella contro questo luogo meraviglioso, che non si è consumata solo in quella circostanza con la colata di cemento. Purtroppo, Capo Colonna continua ad essere violentata nella sua bellezza a causa dell’incuria, dell’abbandono, dell’inciviltà, dell’abusivismo edilizio, del totale disinteresse delle istituzioni.

Allo stato attuale “Capo Colonna non è nemmeno un parco archeologico, non è recintato, non esistono un ingresso e una zona di accoglienza individuabili, non c’è un cancello” denuncia il direttore del Museo nazionale archeologico di Crotone, Gregorio Aversa, che sottolinea anche la difficoltà di rapportarsi con la pluralità di soggetti che hanno competenze sul Parco: Comune, Sovrintendenza, Diocesi, Eni. Per questo “a volte mi sembra di lavorare in un condominio, non in un’area archeologica”.

Ha ragione, dunque, Franco Pedace, giornalista del trisettimanale “Il Crotonese”, testata giornalistica che ha aderito al comitato, quando nel suo intervento da profondo conoscitore dell’area ha detto: “l’impresa titanica non sarà raccogliere le firme ma difendere Capo Colonna. Perché lì, le suggestioni vengono dal mare, i vandali dalla terra”.

Nel corso dell’iniziativa, moderata dalla giornalista Giusy Regalino di RTI – emittente televisiva di Crotone, che fa parte del comitato – Paravati ha annunciato che presto Crotone avrà la sua delegazione territoriale del Fai, grazie all’impegno e all’attività portata avanti fino ad oggi da Margherita Corrado.

Ora tocca ai crotonesi. Quelli che vivono in città, quelli emigrati in altre città italiane e nel mondo. Tutti possono salvare il Parco Archeologico di Capo Colonna. Basta una semplice firma.

Nel frattempo, chi vuole iniziare a contribuire alla tutela di questo luogo meraviglioso, può raggiungere lì membri del comitato domenica prossima alle ore 10 per ripulire l’area dai rifiuti.

Francesca Caiazzo