Mafia Capitale, le perplessità di Libera e Cittadinanzattiva sulla sentenza
MILANO – Mafia capitale, la sentenza del Tribunale di Roma soddisfa solo parzialmente due delle realtà che si sono costituite parte civile al processo. Per Libera e Cittadinanzattiva, infatti, il fatto che non sia stata riconosciuta l’associazione di stampo mafioso, ma solo quella semplice, nella condotta degli imputati lascia “perplessi”. “Attendiamo di leggere le motivazioni -scrive in una nota Libera-. Abbiamo sempre detto durante il processo che eravamo davanti a presenze corruttive rafforzate da condotte mafiose”. Secondo Libera, inoltre, “le carte processuali e le intercettazioni trascritte, al di là della sentenza, raccontano di una Capitale con ferite profonde, dove la corruzione, il mercimonio della cosa pubblica, una criminalità violenta e predatoria, ha inquinato e condizionato il tessuto sociale, politico ed economico”.
“La sentenza di oggi ci lascia soddisfatti a metà”, aggiunge Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti – Cittadinanzattiva. L’associazione, rappresentata dall’avvocato Stefano Maccioni, è stata presente in tutti i processi legati all’inchiesta denominata Mafia Capitale.
“In attesa di avere le motivazioni della sentenza per capire come mai si è ritenuto di escludere l’associazione mafiosa nella vicenda -continua Liberto – siamo soddisfatti perché l’impianto accusatorio ha retto anche con elementi di particolare gravità, vista l’entità delle pene, e perché la sentenza riconosce l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere volta ad appropriarsi di denaro pubblico. Aspetti su cui, ad oggi, non esistevano precedenti nel contesto romano. Ci aspettavamo, tuttavia, un riconoscimento dei danni più importante per il Comune di Roma e per le altre parti civili”.
Libera invita inoltre cittadini e associazioni a non abbassare la guardia. “Noi continueremo a mantenere alta la guardia sul tema delle mafie e della corruzione e tenere accesi i riflettori sul proseguo del processo consapevoli che le presenze mafiose e i fenomeni di corruzione , che interessano questo territorio come ormai la maggior parte delle zone del Paese, si contrastano con la repressione e gli strumenti giudiziari, ma il primo e imprescindibile strumento rimane il risveglio delle coscienze, l’orgoglio di una comunità che antepone il bene comune alle speculazioni e ai privilegi, contrastando in tutte le sedi la criminalità organizzata e i suoi complici”.