Mafie, in Toscana 171 beni confiscati
FIRENZE – Sono poco più di centosettanta i beni confiscati alla mafia e alla criminalità in Toscana, su oltre 17 mila e cinquecento in tutta Italia. Nel 2013 erano cinquantasette. Immobili, particelle di terreno e aziende: più beni per ciascuna confisca, che sono state molte di meno. “Numeri comunque in aumento, anche se si tratta del risultato algebrico della somma delle varie particelle che compongono a volte un’unica proprietà. Numeri su cui abbiamo chiesto ulteriori informazioni – sottolinea l’assessore alla presidenza, Vittorio Bugli – per una corretta analisi”.
Sono i numeri al centro del tavolo sulla legalità e della conferenza sui beni confiscati alla mafia che l’assessore ha riunito ieri a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, il primo dall’insediamento della nuova giunta. Due riunioni a cui hanno partecipato il prefetto di Firenze e il direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, i rappresentanti delle forze dell’ordine, sindaci e amministratori, l’ufficio scolastico regionale ma anche associazioni, da Arci a Libera – che da anni con la Regione organizzano i campi estivi sulle terre confiscate alla mafia e criminalità in Sicilia, Calabria e Puglia a cui partecipano tanti ragazzi toscani -, dalla Fondazione Caponnetto ad Avviso Pubblico, dall’associazione Cieli aperti all’associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, dalla Fondazione toscana per la prevenzione dell’usura a Legambiente, la Fondazione Raggio di Luce, Legalità e giustizia, Cesvot, centro volontariato, sindacati. Una lunga lista
Sono trentuno i Comuni che ospitano sul loro territorio beni o aziende confiscate definitivamente: a volte tutte e due. Il numero più alto, ben 43 immobili sequestrati, si concentra a Marciano della Chiana in provincia di Arezzo. Ma la statistica è presto spiegata: nell’elenco ogni particella, annesso o pertinenza vale uno, così nel caso di un immobile con garage, terreni e locali strumentali a sua disposizione la cifra cresce velocemente, anche nel caso di un’unica confisca. Le aziende sequestrate si concentrano invece nei territori di soli cinque comuni: Aulla, Campi Bisenzio, Licciana Nardi, Prato e Sesto Fiorentino, una a testa per i primi tre, un paio per gli ultimi due
Su centosettantuno beni purtroppo, solo quaranta sono stati affidati ai territori per quell’uso sociale che prevederebbe la legge. Tre quarti sono ancora amministrati temporaneamente dall’agenzia nazionale: tra le aziende, cinque su sette. “Un dato preoccupante: andrebbero accelerati i tempi” chiede l’assessore Bugli. La Tenuta di Suvignano a Monteroni d’Arbia in provincia di Siena, con i sui 713 ettari di terreni e tredici immobili, è tra quelli in attesa. Dal 2008 la Regione chiede assieme al Comune e alla Provincia che le venga affidata. Ha presentato anche un progetto di filiera corta ed agricoltura biologica, che prevede un aumento dell’occupazione, ed avanzato una proposta al Governo perché conceda il bene in comodato all’agenzia regionale “Terre di Toscana”. E’ stato scongiurato il rischio di un’asta, che non dava garanzie di fronte al rischio di un acquisto da parte delle stesse organizzazioni criminali celate dietro società di comodo. “Ma rispetto al nostro progetto – torna a chiedere Bugli – siamo ancora in attesa di una risposta”. (Redattore Sociale)