Marrelli Hospital, lanciata petizione online
CROTONE – Hanno occupato la sala del Consiglio comunale di Crotone e non lasceranno il palazzo municipale fino a quando non otterranno risposte in merito alla convocazione di un tavolo tecnico presso il Ministero della Salute. Prima di lunedì 9 gennaio, pare che da Roma non arriverà alcuna comunicazione e loro sono intenzionati a restare a Piazza della Resistenza a oltranza. Non hanno altro da perdere i dipendenti del Marrelli Hospital di Crotone, visto che dal prossimo 15 gennaio si ritroveranno senza lavoro.
La struttura sanitaria senza il budget necessario non potrà garantire servizi e prestazioni e quindi la proprietà ha deciso di chiudere i battenti e mandare tutti a casa. Una scelta obbligata, spiega Massimo Marrelli che in questi giorni protesta al fianco dei suoi dipendenti. Il nodo è l’assegnazione del budget alle strutture private della Calabria che nei giorni scorsi è stata effettuata dal Commissario ad acta per il rientro del debito sanitario, Massimo Scura. Per Marrelli servono almeno 7 milioni di euro per restare in piedi, garantire prestazioni e mantenere i requisiti richiesti. Da Catanzaro, Scura di fondi ne ha assegnati meno della metà. Contro il provvedimento adottato dal Commissario si è levata anche la voce del presidente della Regione Mario Oliverio ritenendolo un atto illegittimo, Scura dal canto suo ha risposto con toni forti. Segno che la vera battaglia, sulla Sanità in Calabria, è tutta politica.
Intanto a Crotone la protesta va avanti e il Comitato pro Marrelli Hospital ha anche lanciato una petizione su Change.org per sollecitare l’atteso incontro al Ministero. Di seguito il testo della petizione. Per firmarla cliccare qui
“Da cittadini di Crotone e della Calabria chiediamo che il governo nazionale convochi con urgenza un tavolo per affrontare quello che è diventato un vero e proprio scandalo nazionale ed una “vergogna” per la Calabria intera : esiste a Crotone una struttura che rappresenta un vero e proprio Polo Oncologico, l’unico Polo Oncologico della regione, una struttura completa, altamente qualificata e con le migliori tecnologie esistenti sul panorama internazionale, ma che i commissari inviati dal Ministero della Salute, vogliono tenere chiusa, o più precisamente vorrebbero farla funzionare con soli 3 milioni di euro, la somma sufficiente a tenerla aperta per pochi mesi ed a coprire appena 10 posti letto rispetto ai 60 posti letto accreditati.
Un contentino che offende non solo quello che la struttura rappresenta nel panorama nazionale ma soprattutto i crotonesi ed i calabresi che con i risparmi di famiglia sono costretti a emigrare in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, pur avendo vicino casa un ospedale che potrebbe soddisfare la loro esigenze di salute ma che per scelta i commissari Scura ed Urbani tengono frenato.
La storia del Marrelli Hospital è emblematica e ci fa percepire chiaramente qual è il clima e gli interessi che si muovono intorno al tema della mobilità sanitaria.
Gli ultimi dati pubblicati dal ministero e riferiti all’anno 2015 (PNE Esiti 2016) sono gravi ed evidenziano come la migrazione sanitaria dalla Calabria non si arresta e addirittura aumenta, con una situazione che risulta essere molto, anzi troppo preoccupante. Qualche esempio: nel 2014 l’80.6% dei calabresi emigrava per tumore del polmone, nel 2015 diventano il 92,7%. Nel 2014 il 41,1% delle donne calabresi con cancro del seno vanno fuori Regione, mentre nel 2015 il dato cresce al 45,6%.
Complessivamente, considerando la chirurgia per le neoplasie più importanti (polmone, seno, colon retto, prostata, vescica e tumori ginecologici), la migrazione sanitaria oncologica in Calabria nel 2015 supera il 40% ed a Crotone, nel 2015, addirittura il 51%. Un dato sconcertante, grave e che non può essere ignorato.
Il valore economico annuo delle migrazioni sanitarie è pari a circa 300milioni di euro ed investe 60.000 famiglie di calabresi. Nel 2016 solo in Calabria sono stimati 10.400 nuovi casi di tumore.
Il governo nazionale deve prenderne atto e deve affrontare seriamente il problema perché come se non bastasse la devastazione fisica e psicologica che implica ricevere una diagnosi di cancro, essere costretti a frequenti e costosissimi “viaggi della speranza” per curarsi è una vera è propria disgrazia, non più sopportabile.
Chiaramente la struttura crotonese non risolve in toto il problema della mobilità sanitaria ma rappresenta il primo vero tentativo di emarginarla. Diversi i professionisti che hanno sposato il progetto e tanti i collegamenti funzionali con le realtà mediche dove abitualmente si rivolgono gli emigranti. È alquanto palese che ignorarla sarebbe un vero e proprio schiaffo alla nostra regione. Ecco perché, come Comitato nato a favore e supporto del Marrelli Hospital, chiediamo che finalmente il Governo Nazionale si faccia carico di questo problema, e convochi un tavolo serio ed urgente per quello che tra i tanti problemi è diventato quello principale per i calabresi: la salute ed il diritto di potersi curare nella propria regione”.