Migranti, al via Piano Ue
BRUXELLES – Le navi e gli aerei cominciano a partire nelle due direzioni opposte: dalla Grecia via dall’Europa, verso la Turchia e dalla Turchia verso il vecchio continente. A bordo, i migranti che Ankara e l’Unione europea hanno deciso di “scambiarsi” in base all’accordo siglato lo scorso 18 marzo per porre fine all’immigrazione irregolare attraverso l’Egeo. La Turchia riprenderà tutti quelli che arrivano in modo illegale sulle isole greche, il vecchio continente in cambio accoglierà siriani che hanno diritto alla protezione internazionale con uno scambio uno a uno. Questo si era deciso, e questo si tenta oggi di cominciare a fare. 202 migranti sono stati imbarcati all’alba di oggi dalle isole greche in direzione del porto di Dikili, in Turchia. Contemporaneamente 32 rifugiati siriani sono partiti dai campi profughi turchi alla volta della Germania e altri 11 verso la Finlandia mentre un nuovo gruppo di migranti riconosciuti come bisognosi di protezione internazionale partirà domani verso i Paesi Bassi.
“Oggi segna il passo più visibile finora per la messa in atto dell’accordo tra Ue e Turchia sull’immigrazione”, ha annunciato il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, ricordando che l’obiettivo dichiarato dell’intesa è quello di “rimpiazzare flussi caotici pericolosi e irregolari con sentieri legali, sicuri e umanitari verso l’Europa per quelli che hanno diritto alla protezione internazionale”, il tutto “in linea con la legge europea e internazionale”. Oggi era la data limite fissata per l’inizio delle operazioni e “da questa mattina possiamo vedere l’inizio di questi due processi: abbiamo ritorni dalle isole greche verso la Turchia per chiarire che questa strada è pericolosa e inutile e abbiamo i primi reinsediamenti di rifugiati siriani dalla Turchia all’Ue”, riporta il portavoce.
La stragrande maggioranza dei migranti partiti oggi dalla Grecia per fare ritorno in Turchia sono in realtà cittadini di Pakistan, Bangladesh o Marocco. Nazionalità che difficilmente consentono di ricevere asilo in Europa: i migranti partiti oggi non hanno nemmeno tentato di presentare la domanda, nonostante, assicurano da Bruxelles, la possibilità di farlo gli sia stata chiaramente presentata. I ritorni di irregolari dalla Grecia verso la Turchia erano già in atto sulla base di un accordo bilaterale tra i due paesi, dunque solo in parte quello di oggi può essere visto come un vero inizio dell’accordo Ue-Turchia. La parte più spinosa della faccenda arriverà quando si tratterà di rimandare verso Ankara, così come stabilito dall’intesa, anche siriani e altri migranti chiaramente bisognosi di protezione internazionale. In questo caso le domande di asilo dovranno essere preventivamente trattate in Europa e giudicate “inammissibili” secondo il principio per cui i migranti sono giunti in Europa dopo avere attraversato un paese, la Turchia appunto, che garantisce un livello sufficiente di protezione. In realtà Ankara deve ancora introdurre i cambiamenti legali grazie ai quali dovrebbe essere assicurata ai siriani, che oggi non ottengono il diritto di asilo nel paese, una protezione in linea con la convenzione di Ginevra, ma ha confermato la volontà di farlo il prima possibile. Sulle imbarcazioni partite oggi dalla Grecia erano presenti solo due siriani che, secondo quanto riportato dalle autorità greche, hanno volontariamente chiesto di essere portati in Turchia senza presentare domanda di asilo.
Tra i migranti rimandati dalla Grecia verso la Turchia, gli irregolari saranno rimpatriati nei paesi d’origine mentre gli altri dovrebbero essere ospitati nei campi profughi turchi. A vigilare sul loro trattamento da parte di Ankara saranno soprattutto, spiegano da Bruxelles, le organizzazioni internazionali e la Grecia. Sul posto ci sono anche ufficiali di collegamento europei che in parte monitoreranno la situazione, ma non esiste, nonostante le molte proteste delle associazioni umanitarie, una vera struttura europea che si occuperà di tenere sotto controllo come i migranti rimandati in Turchia, saranno trattati nel paese. (Agenzia Redattore Sociale)