Migranti, il progetto della Caritas “Rifugiati a casa mia”

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ROMA – Ospitereste un rifugiato a casa vostra? Quante volte, nelle ultime settimane, abbiamo sentito questa domanda? Tante, davvero tante. Anche Papa Francesco aveva invitato le parrocchie ad aprire le porte ai migranti bisognosi. Un appello, come avevano dimostrato diverse inchieste giornalistiche, che era stato difficile tramutare in azione concreta. Ora però qualcosa si muove.

Caritas italiana rilancia il progetto “Rifugiato a casa mia” dopo la prima fase sperimentale: oltre 170 famiglie, 150 parrocchie e 30 istituti religiosi in tutta Italia mettono così a disposizione circa mille posti per cittadini stranieri in difficoltà. Il progetto, infatti, prevede la possibilità di “trascorrere almeno 6 mesi in un contesto familiare protetto che cercherà di ridargli fiducia e speranza – spiegano dalla Caritas – Sarà dunque la famiglia il perno di questa iniziativa: anche nel caso di accoglienza in parrocchia o nell’istituto religioso, infatti, il beneficiario sarà comunque seguito da una famiglia della comunità che dovrà accompagnarlo in un percorso di integrazione che oggi, più che mai, appare la vera sfida dell’immigrazione”.

Un’esperienza portata avanti “nella totale gratuità”, ci tiene a precisare la Caritas. “I costi relativi all’accoglienza saranno interamente a carico delle famiglie e delle parrocchie I costi finali saranno circa 6 volte inferiori a quelli ordinariamente sostenuti dalle Istituzioni per la sola accoglienza”. Un progetto, che come spiega Francesco Soddu, direttore della Caritas italiana, “vuole essere complementare al sistema nazionale di accoglienza soprattutto rispetto all’integrazione”. Per i beneficiari, spiega la Caritas, sono state messe a disposizione risorse economiche da parte della Cei e delle Acli che serviranno per sostenere un kit per attività formative, culturali, professionalizzanti, rivolte contestualmente al beneficiario e alla famiglia che accoglie.

 

Redazione