Migranti, polemica Morcone-Caritas
ROMA – “L’esternalizzazione delle frontiere in Nord Africa ci preoccupa. L’urgenza del contenimento dei flussi, non può indurre a soluzioni che si muovono su terreno pericoloso sul fronte dei diritti umani. Lo stesso commissario dei Diritti umani del Consiglio d’Europa, lo scorso 28 settembre, chiedendo chiarimenti sull’accordo con la Libia ha scritto che: consegnare individui alle autorità libiche o ad altri gruppi in Libia li espone a un rischio reale di tortura o di trattamenti inumani e degradanti o punizioni. Il fatto che queste azioni siano portate avanti in acque territoriali libiche non esime l’Italia dai suoi doveri stabilità dalla Convenzione”. Sono queste le parole pronunciate dal direttore della Caritas, Francesco Soddu, che hanno scatenato la reazione polemica del capo di Gabinetto al ministero dell’Interno Mario Morcone, durante la presentazione, oggi a Roma, del Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2017. Un botta e risposta sullo stato dei diritti in Libia e sull’accordo tra Roma e Tripoli.
Nessun respingimento da navi italiane. “Io non seguo le stupidaggini che dice Amnesty international né il responsabile dei diritti umani europeo, ancora devono trovare manganelli elettrici che avremmo utilizzato negli hotspot e ancora mi devono dare la prova dei respingimenti di migranti in Libia da parte dell’Italia. Stiamo discutendo di un paese che sta cercando di ritrovare una sua stabilità di un governo riconosciuto dalle Nazioni Unite. Se poi mettiamo in discussione una istituzione riconosciuta dalle Nazioni unite, il discorso è diverso – sottolinea Morcone -. L’Italia non ha mai rispedito nessuno in Libia, se il commissario ai diritti umani dice questo, dice il falso. Noi abbiamo solo consentito che la Guardia costiera libica salvasse le persone e le riportasse in Libia, ma lo ha fatto la Guardia costiera libica, non lo hanno fatto le navi italiane. Molto spesso questo tema è usato in modo strumentale rispetto al ruolo che l’Italia ha svolto e svolge rispetto ad altri paesi europei. L’Italia dal 2014 ha accolto numeri sempre più elevati di persone che cercavano il riconoscimento di un diritto – aggiunge Morcone -, questo ha portato ad avere oggi in accoglienza 200 mila persone e a porci il problema di quanto saremmo stati in grado di garantire effettivamente a queste persone”. Secondo Morcone finora “nessuno si era mai posto il problema delle condizioni della carceri in Libia: c’erano gli sbarchi, le ong portavano i migranti in Italia e fine”. “Noi da tempo stiamo spingendo a favore delle grandi organizzazioni umanitarie, Unhcr e Oim innanzitutto, perché siano presenti in Libia per garantire accoglienza dignitosa “.
La replica della Caritas. Alle parole di Morcone ha subito replicato in maniera laconica Soddu. “Sul terreno del rispetto dei diritti umani in Libia ci sono problemi, credo che questo sia innegabile. Se poi il commissario europeo dei diritti umani ha detto una bugia lo apprendiamo qui oggi, e ci fa molto piacere”.
Caso Sea Watch. A margine della presentazione, rispondendo a Redattore sociale, sulle accuse avanzate ieri in un’intervista, da un’attivista di Sea Watch alla Guardia costiera libica, Morcone ha aggiunto: “Noi non crediamo né a Sea Watch né alla Guardia costiera libica, ma non dobbiamo neanche stabilire aprioristicamente chi sono i buoni e chi sono i cattivi perché c’è molto da discutere su chi oggi siano i buoni e chi siano i cattivi”. Per il capo di Gabinetto l’Italia sta solo “aiutando un governo legittimamente riconosciuto dalle Nazioni Unite. Se alti numeri di persone sono stati riportati in Libia, questo è stato fatto dalla Guardia costiera libica che è uno strumento e un’istituzione del Consiglio presidenziale della Libia. L’Italia non ha mai portato a terra in Libia nessun migrante”. (Agenzia Redattore Sociale)