Migranti? Una “minaccia” per 50% italiani
ROMA – “Gli italiani e la cooperazione internazionale”: poca conoscenza e molta incertezza. La pubblicazione “L’ltalia e la lotta alla povertà nel mondo. Una leadership per un futuro sostenibile” giunta alla undicesima edizione, distribuita oggi nel corso dell’evento di ActionAid dal titolo “L’Italia e il G7 come essere protagonista del nuovo scenario globale”, è corredata quest’anno dall’indagine realizzata da Ipsos.
L’indagine rivela nel complesso l’interesse e la sensibilità degli italiani per il G7 e per temi quali la cooperazione internazionale, l’immigrazione e la nuova Agenda 2030 delle Nazioni Unite; un’indagine svolta in due momenti distinti, una a novembre 2016 e una parte – di comparazione – a marzo 2017.
Cooperazione, italiani poco coinvolti. L’indagine descrive un clima d’opinione incerto riguardo alle tematiche relative alla cooperazione; sebbene gli italiani si dichiarino abbastanza interessati ai temi di politica internazionale (il 40% esprime un alto interesse, valore pressoché identico all’interesse professato per la politica in generale), non sembra che tale orientamento si traduca per tutti in un reale coinvolgimento nei confronti di tematiche legate allo sviluppo sostenibile dei Paesi poveri.
Migranti. Andando più in profondità delle opinioni relative all’immigrazione, sembrano decisamente prevalere timori e pregiudizi: il 50% degli italiani considera gli immigrati come una minaccia e in generale pensa che stiano rovinando le nostre tradizioni e la nostra cultura. Da segnalare in ogni caso che il tema dei rifugiati lascia anche spazio a logiche solidaristiche e di accoglienza: il 63% degli italiani è d’accordo con l’accogliere chi è perseguitato politicamente o scappa da guerre e fame. Sulla base delle risposte date alle tre domande sull’immigrazione è stato quindi possibile dividere il campione in 3 gruppi al loro interno omogenei per grado di apertura/chiusura nei confronti degli stranieri: gli “accoglienti” (33% della popolazione), i “possibilisti” (24%), i “chiusi” (43%).
Aiuti allo sviluppo. Altro risultato da sottolineare è la conoscenza degli italiani in merito all’esistenza dell’Agenda 2030 e, di conseguenza, anche dei singoli Obiettivi di sviluppo sostenibile: solo il 5% li conosce direttamente e il 34% si ricorda di “averne sentito parlare” dopo averne letto una descrizione. Sembra essere molto diffuso tra gli intervistati anche un certo disincanto nei confronti dell’idea che tale programma, o altri analoghi, possano lasciare un segno concreto nel mondo che ci aspetta.
Bassissimo sembra essere anche il livello di conoscenza della situazione degli aiuti per lo sviluppo ai Paesi poveri dati dall’Italia: il 79% del campione intervistato ammette di essere poco o per nulla informato e il 73% non è in grado di indicare l’ammontare in relazione al PIL stanziato dall’Italia per tali aiuti. Sebbene il 69% degli italiani intervistati dichiari di conoscere il G7, solo il 31% sa che è il nostro Paese ad ospitare il Vertice nel 2017 e solamente il 28% indica la città di Taormina come sede. Tra le tematiche più importanti che il G7 dovrebbe trattare, infine, prevalgono il lavoro e la crescita economica (26%), seguiti dalla gestione dei flussi migratori e dall’accoglienza dei rifugiati (18%). (Agenzia Redattore Sociale)