Milano, troppi fedeli in moschea: domani si prega in strada
MILANO – Domani in via Padova si pregherà in strada. “Non posso chiedere alle persone di aspettare un’ora il proprio turno”, dichiara Asfa Mahmoud, direttore della Casa della cultura islamica che ha il suo centro in un vecchio garage all’interno di un cortile al civico 144. “Se si creerà ancora la fila come è successo nelle scorse settimane mettiamo i materassini anche all’aperto”, aggiunge. Sia venerdì 25 dicembre che l’1 gennaio si sono presentati in via Padova oltre 3 mila fedeli. “Erano giorni festivi e quindi è venuta più gente. Ma il problema si presenta ogni venerdì, tanto che facciamo sempre almeno tre turni, sia qui che nella palestra di via Iseo che prendiamo in affitto”, spiega. Finora Asfa Mahmoud ha solo ventilato l’ipotesi di far pregare in strada, da domani sarà una certezza. “È l’unica soluzione che abbiamo e speriamo serva a smuovere le istituzioni. È da decenni che aspettiamo con pazienza l‘autorizzazione a costruire un nuovo centro“, ricorda.
La Casa della cultura islamica è stata fondata in via Padova nel 1992. Nei primi anni i pochi giovani studenti musulmani di Milano si ritrovavano a pregare in uno scantinato. Dal 2000 il centro si è trasferito al civico 144, in un ex garage all’interno di un cortile condominiale. Può ospitare circa 400 persone, ma i fedeli al venerdì sono oltre 2mila: per questo affittano la palestra comunale di via Iseo. Che però non basta. Per questo hanno partecipato al bando del Comune di Milano per l’assegnazione degli ex bagni pubblici della vicina via Esterle. Bando che hanno vinto dopo che gli uffici comunali avevano scartato un’altra sigla islamica, la Bangladesh cultural and welfare association, interessata all’edificio, in quanto aveva in corso un contenzioso con il Comune. L’associazione dei bengalesi ha però presentato ricorso e si è quindi in attesa della decisione del Tar.
La ricerca di una soluzione al problema degli spazi ha creato anche divisioni e scissioni nei fedeli che si ritrovano alla Casa della cultura islamica di via Padova. Nel 2005 i dirigenti del Centro avevano individuato e acquistato, per 1 milione e 400mila euro, un edificio vicino a Cascina Gobba, in fondo a via Padova. Nel 2007 avevano presentato un progetto che prevedeva la costruzione di una grande sala di preghiera, una biblioteca e un centro studi. La Giunta Moratti l’ha bocciato, ufficialmente per motivi tecnici, ma in realtà per motivi politici. L’attesa ha però spaccato la comunità: un gruppo di fedeli ha infatti deciso di entrare comunque nell’edificio. Hanno rinunciato al progetto iniziale e l’hanno ristrutturato senza modificare la struttura. Da allora via Padova ha quindi due centri islamici. (Redattore Sociale)