Minori stranieri soli, Caritas Palermo: “Servono cibo e vestiti”

(Foto archivio)

PALERMO – Appello per la raccolta di beni di prima necessità per i minori stranieri non accompagnati accolti all’interno del centro Caritas San Carlo e Santa Rosalia a Palermo. In particolare, occorrono prodotti e biancheria per l’igiene personale, scarpe, magliette e pantaloni, cibi a lunga scadenza come biscotti e latte, ricariche telefoniche da 5 euro (Unomobile e Lycamobile),

Attualmente ci sono 46 minori: 35 arrivati con lo sbarco del 25 maggio e 11 con quello del 29 maggio. Tra di loro, per la prima volta la Caritas ha preso in carico anche se per pochi giorni anche 7 bambini non accompagnati di età compresa da 10 a 13 anni. Per loro oggi è previsto il loro trasferimento in alcune comunità. Tutti i minori vengono da Gambia, Senegal, Costa d’Avorio e Ghana. Nonostante siano ancora molto affaticati dal recente viaggio dalla Libia, sono in discreto stato di salute. Sicuramente tra i loro principali bisogni c’è quello di potere telefonare alle loro famiglie d’origine per fare sapere che sono arrivati in Italia e per potere dire a casa ai propri genitori che sono vivi. L’appello è anche rivolto ai medici volontari qualora volessero intervenire per visitare i minori. Un medico dell’Asp visiterà i giovani martedì prossimo.

“Dal 28 dicembre scorso la scelta della Caritas è stata quella di accogliere i minori stranieri in tutta le loro situazioni di fragilità. E’ la prima volta – dice la psicologa della Caritas Nadia Sabatino – che abbiamo accolto dei bambini abbastanza piccoli che oggi verranno trasferiti. Per gli altri continuiamo a chiedere beni che possano migliorare la loro permanenza da noi. Tra questi occorrerebbero alimenti per la prima colazione ma anche cibi a lunga scadenza. I ragazzi sono arrivati tutti molto denutriti e ancora sono in questa fase di affaticamento molto forte per il viaggio che hanno fatto. In questo momento prevale anche il bisogno forte di contattare le loro famiglie nei loro paesi per rassicurale che sono arrivati in Italia e che stanno bene”. (Agenzia Redattore Sociale)