‘Mio Phone’, lo smartphone a portata di bambino
Controlla e filtra chiamate e messaggi (in entrata e in uscita), app, numeri di telefono, siti internet, contenuti audio-video. E’ “Mio Phone” lo smartphone educativo per bambini dai 6 anni in su, dotato di Parental Control e Firewall 3 plus. Scaricando un’apposita applicazione, inoltre, mamma e papà potranno mettere il loro smartphone in comunicazione con Mio Phone e, attivando la geolocalizzazione, sapere sempre dove si trovano i propri figli. In dotazione allo smartphone per piccoli e piccolissimi anche diverse app per lo sviluppo dell’intelligenza e delle conoscenze. Il device è dotato di sistema operativo Android e ha oltre 70 giochi e applicazioni già installate. A lanciare Mio Phone è il Gruppo Lisciani già reduce dal successo commerciale di gamma di tablet dedicata ai più piccoli, “Mio Tab”.
“Ad oggi – spiega Franco Lisciani, AD del Gruppo Lisciani – impedire ai nostri figli di venire a contatto prematuramente con la tecnologia è quasi impossibile“. L’AD riporta uno studio effettuato dalla Einstein Medical Center di Philadelphia, per cui il 33% dei bambini statunitensi, al di sotto di un anno, interagisce spesso e volentieri con un tablet o uno smartphone. Ed in Italia la tendenza non è affatto diversa. Secondo Eurispes questa percentuale sale al 38% raggiunti i due anni di vita.
“A 8 anni addirittura il 72% gioca regolarmente con i device dei genitori. Quindi è normale che a 6 anni chiedano già un cellulare. Per questo motivo – continua Lisciani – in linea con la nostra filosofia aziendale e mettendo il nostro know how al servizio delle famiglie, abbiamo creato un telefonino in grado di intrattenere i bambini in maniera educativa e garantire tranquillità ai genitori. Questo prodotto, ci teniamo a precisarlo, non deve in nessun modo precludere o sostituirsi ad altre forme di intrattenimento quali: la lettura, la musica, il gioco con gli amici o lo sport. Queste sono tutte attività che contribuiscono positivamente alla formazione dei ragazzi, affinché capiscano che la tecnologia dev’essere vista come una delle tante opportunità per passare il tempo”. (Agenzia Dire – www.dire.it)