Monsignor Caiazzo: “A Crotone, so ciò che lascio ma vado con gioia verso Matera, mia Sposa”
CROTONE – Sabato due aprile. L’evento solenne è terminato. L’emozione è ancora palpabile in un PalaMilone che inizia a svuotarsi. Oltre quattromila persone hanno voluto essere presenti, all’interno e all’esterno della struttura (dove è stato allestito un maxischermo) alla cerimonia di Ordinazione Episcopale di Monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, nuovo vescovo dell’arcidiocesi di Matera-Irsina. Ma non è ancora finita. In tanti si accalcano per salutare il presule. Che si concede per baci, abbracci, foto. Accanto a lui c’è ancora Monsignor Tonino Staglianò, suo fraterno amico e concittadino, che ha presieduto la liturgia.
Insieme a un gruppo di colleghi raggiungiamo il palco su cui è stato allestito l’altare. Don Pino si volta verso di noi, ci sorride e risponde alle domande. Le prime parole sono rivolte alla comunità di Matera, rappresentata in forze da circa seicento fedeli giunti a Crotone per l’occasione. “Sono veramente in tanti. Mi ha commosso tanta presenza, hanno fatto molti sacrifici per essere qui oggi. E’ per questo che mi sento di essere ancor più legato a loro perché vedo che loro si stanno legando a me, pur non conoscendoci ancora bene” ci dice emozionato. E sorridendo aggiunge: “Però so che Crotone risponderà alla grande quando io farò il mio ingresso nella diocesi. So che saranno almeno il doppio ad arrivare a Matera”.
I preparativi per la trasferta nel capoluogo lucano sono iniziati da giorni. Da Crotone e dal suo paese natale, Isola di Capo Rizzuto, decine di pullman partiranno per accompagnare don Pino al primo incontro con la sua Sposa, nella sua nuova casa, che avverrà sabato 16 aprile.
Il primo impegno ufficiale da vescovo, vedrà impegnato Monsingor Caiazzo in una visita ai detenuti: “Siamo nell’anno della Misericordia e intendo aprire la Porta della Misericordia proprio nel carcere di Matera. Anche i carcerati hanno bisogno dell’annuncio del Vangelo e bisogna dare anche a loro la possibilità di redimersi, di ritornare a Dio. Il carcere non deve essere una punizione definitiva ma avere una funzione educativa, perché i detenuti ritornino ad essere coscienti degli errori commessi e soprattutto a riprendere un cammino normale”.
Parole di affetto per la Parrocchia di San Paolo del popoloso quartiere Tufolo-Farina-Bernabò, nata e cresciuta sotto la sua guida spirituale e che fatica, nonostante la felicità per la nomina, a lasciarlo andare via. “E’ difficile per tutti però io vado a Matera con gioia, con entusiasmo perché ho detto sì e quando si dice sì bisogna dirlo con tutto il cuore. So quello che lascio. So che Dio mi apre strade nuove, quindi io mi fido di Dio e agisco nel Suo nome, non agisco da me stesso, non vado con le mi forze e capacità. Altrimenti tornerei già indietro”.
E nel ripercorrere il cammino fatto fino ad oggi, la mente torna indietro alla tragica alluvione del 1996. “Quel giorno non lo dimenticherò mai, anche perché in parrocchia abbiamo un monumento che ce lo ricorda. Ogni giorno, passandoci davanti, mi ha sempre fatto ricordare quegli attimi, quei momenti che a me personalmente hanno sconvolto la vita soprattutto perché so che ci sono ancora due corpi che non abbiamo mai ritrovato e che la terra di Crotone custodisce come un tesoro prezioso. E noi, queste vittime, non le possiamo assolutamente dimenticare”.
Infine, un pensiero per il paese in cui è nato, Isola di Capo Rizzuto, che di recente ha donato due vescovi alla Chiesa: sette anni fa, Monsignor Staglianò, attuale vescovo di Noto e oggi Monsignor Caiazzo. “Non so se è una rarità. Sta di fatto che è così. Sarà che i sacerdoti originari di Isola siamo tanti! Il mio è un paese del quale di solito si parla sempre in un certo modo, negativamente. Io dico sempre che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. E a Isola c’è davvero tanto bene che sta crescendo”.
Proprio oggi alle 18, monsignor Caiazzo celebrerà una messa nel suggestivo Santuario della Madonna Greca a Isola di Capo Rizzuto.
Francesca Caiazzo