Mosul. Il coraggio di Faten, ferita da una bomba mentre giocava in giardino
Faten ha 5 anni ed è stata ferita mentre giocava in un giardino. Ora si trova in un ospedale di MSF a sud di Mosul in Iraq. Il padre racconta: “Quando il nostro quartiere a Mosul ovest è stato ripreso dall’esercito iracheno siamo tornati a casa nostra. Faten stava giocando in giardino quando un colpo di mortaio le è esploso accanto. Faten è stata ferita alla gamba da un frammento della bomba. L’abbiamo subito portata da MSF ad Hammam Al Alil dove ha ricevuto il primo soccorso. Da lì è stata poi indirizzata a un altro ospedale da campo a Bartella per ulteriori trattamenti. Adesso è qui nel reparto post-operatorio dell’ospedale di Hamdanyia. Ogni giorno il personale le medica le ferite e le mette nuove bende. Faten è una bambina coraggiosa, ama giocare e ridere ma le mancano i suoi fratelli e sorelle a casa e di notte piange. Tutti i suoi 7 fratelli stanno bene al momento, grazie a Dio“.
Mentre continuano a fornire assistenza chirurgica e d’emergenza alle vittime della battaglia in corso per la riconquista di Mosul, le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) stanno ora ampliando le propria attività per colmare le lacune lasciate dalla grave distruzione del sistema sanitario locale, con l’obiettivo di fornire assistenza sanitaria ai gruppi di popolazione più vulnerabili finché le autorità competenti non saranno in grado di ripristinare i servizi.
“La maggior parte degli ospedali di Mosul è stata danneggiata o distrutta”, dichiara Marc van der Mullen, capo missione di MSF. “Nella zona ovest della città, i servizi medici sono seriamente interrotti e i combattimenti in corso causano molti feriti e morti. A Mosul est, le strutture mediche stanno lentamente riprendendo a operare, ma ci sono lacune nei servizi medici nelle cure post-operatorie, in quelle materno-infantili o nei reparti di degenza degli ospedali, per questo MSF sta lavorando per farvi fronte”.
A Mosul ovest, centinaia di migliaia di persone sono ancora intrappolate. I pazienti di MSF riferiscono di avere scarso accesso ad acqua e cibo, che le poche forniture disponibili sono estremamente costose e che l’accesso all’assistenza sanitaria è quasi impossibile.
Attraverso una strategia di postazioni mediche avanzate, che possono essere rapidamente aperte e spostate in base ai bisogni medici in rapida evoluzione, MSF ha finora lavorato per fornire assistenza salvavita e cure urgenti alle persone ferite nei combattimenti. Dalla sua apertura, 1.884 pazienti sono stati ricoverati nell’ospedale traumatologico da campo di MSF a Hammam al-Alil, che per più di un mese è stata la struttura chirurgica più vicina a Mosul ovest. Il 50% dei pazienti erano donne e bambini e l’82% erano feriti di guerra.
Oggi, MSF sta lavorando in sei strutture sanitarie a Mosul e dintorni, fornendo assistenza medico-chirurgica d’emergenza, cure mediche materno-infantili, assistenza e riabilitazione postoperatoria a lungo termine. “La ripresa di una persona non finisce con l’intervento chirurgico. Spesso ha bisogno di molti mesi di terapia, sia fisica sia psicologica, per ricostruire una vita distrutta. I nostri pazienti porteranno le cicatrici della battaglia di Mosul per il resto della loro vita, ma noi li aiutiamo ad adattarsi alla loro nuova realtà, e speriamo di restituirli alle loro famiglie il più in forma possibile”, racconta Chiara Burzio, coordinatore medico di MSF.
Le équipe si stanno inoltre occupando di bambini affetti da malnutrizione, di salute di base e salute mentale nei campi sfollati di recente costituzione per le persone che fuggono da Mosul. (Comunicato Stampa)