Muore Vlada, modella a 14 anni: era malata ma sfilava per 13 ore di seguito
Era malata, Vlada Dzyuba, forse di meningite o colpita da un’infezione al sangue. Nonostante questo, la modella russa di appena 14 anni ha sfilato a Shangai per 13 ore di fila. Poi la corsa all’ospedale, due giorni di coma e la morte. A riportare la notizia è il Siberian Times.
Pare che la malattia che l’ha colpita sia diventata fatale proprio a causa dell’eccessiva stanchezza fisica dovuta al lavoro estenuante a cui si era sottoposta durante le sfilate in Cina. Eppure era solo una bambina.
La Cina sta reclutando un numero crescente di modelle dalla Russia, spesso giovanissime. Vlada era una di queste. Nonostante i suoi 14 anni non aveva nemmeno un’assicurazione sanitaria. Ancora non è possibile capire di chi sia la responsabilità della sua morte: chi non ha provveduto a portarla immediatamente in ospedale e soprattutto chi le ha permesso di continuare a sfilare malgrado le sue condizioni di salute non è stato individuato.
La tragedia di Vlada riapre una pagina amara anche per il nostro Paese. In Italia, infatti, esiste una ‘dimensione parallela’ di moda per poppanti o poco più, in cui le bambine vengono fatte sfilare come modelle adulte, con tacchi e make-up.
Il tema è noto, se già nel 1951 Luchino Visconti girava il capolavoro ‘Bellissima‘ con Anna Magnani. E di recente, nel 2006, è uscito nelle sale il piccolo gioiello americano ‘Little miss sunshine’ sul tema dei concorsi di bellezza per bambini.
Manifestazioni inquietanti, di cui ha parlato la scrittrice Flavia Piccinni nel libro ‘Bellissime’.
Piccinni racconta di bambini cui non è concessa acqua da bere durante le sfilate per non macchiare i vestiti. Bambini che lavorano per orari molto diversi da quelli consentiti per legge, e che sono utilizzati come piccoli manichini nelle mani di aziende di moda, fotografi e agenzie pubblicitarie. Bambini di tre, quattro, cinque, sei anni come veri e propri strumenti per acquisire popolarità e palcoscenici, pilotati da genitori spesso accecati dal desiderio di successo, per promuovere capi e prodotti.
Per sanare questa situazione la senatrice Fabiola Anitori (Gruppo AP-CpE-NCD), già firmataria di un’interrogazione parlamentare a riguardo, ha scritto un DDL che, sulla scia della denuncia di Flavia Piccinni, si propone di tutelare i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza attraverso modifiche alla Legge 17 ottobre 1967, n. 977 in materia di tutela del lavoro dei bambini e degli adolescenti in attività lavorative di carattere culturale, artistico, sportivo o pubblicitario e nel settore dello spettacolo.
“Vlada – spiega Piccinni in un comunicato – è l’esempio dell’ordinario sfruttamento che coinvolge i minori nel mondo della moda. La sintesi della vampirizzazione che il fashion system porta avanti ai danni di giovanissime. La fotografia di un business multimiliardario che se ne infischia della salute delle modelle, considerate spesso soltanto oggetti, e anzi ne alimenta le aspirazioni e lo smodato desiderio di visibilità, sfruttandone l’ingenuità e la sete di successo. La situazione in Italia è ancora poco nota, ma ha dei profili inquietanti: lo sfruttamento dei minori, spesso pagati cifre irrisorie, e l’immaginario che questi producono e che sono anticamera della donna-oggetto”. (DIRE)