Nasa: “Ecco i sette gemelli della Terra”
ROMA – Sette pianeti fratelli della Terra, che si trovano a una distanza di 39 anni luce dal nostro pianeta, in una fascia che dagli scienziati viene considerata di ‘abitabilità‘. Il che significa che potrebbe esserci vita, almeno su tre dei sette. E’ il clamoroso annuncio arrivato dalla Nasa in mondovisione: il sistema composto di sette pianeti che è stato individuato ruota attorno ad una stella che è stata battezzata Trappist-1. Tre di questi pianeti, per la loro distanza da questa stella, ospiterebbero in superficie acqua allo stato liquido: il che permetterebbe lo sviluppo di condizioni favorevoli alla vita.
La scoperta è contenuta in una ricerca coordinata dall’Università di Liegi (in Belgio) pubblicata sulla rivista Nature e che la Nasa ha presentato con una conferenza stampa che ha scatenato l’interesse della comunità scientifica e non. Secondo il coordinatore della ricerca, Michael Gillon, si tratta di “un sistema planetario eccezionale, non solo perché i suoi pianeti sono così numerosi, ma perché hanno tutti dimensioni sorprendentemente simili a quelle della Terra”.
Questa scoperta “è importante non solo dal punto di vista scientifico, ma anche culturale: sapere con sempre maggiore sicurezza che oltre il nostro Sistema solare ci sono luoghi potenzialmente favorevoli alla vita è semplicemente affascinante- spiega Nichi D’Amico, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica-. La ricerca di pianeti extrasolari è uno degli ambiti in cui l’Istituto Nazionale di Astrofisica è profondamente coinvolto a livello internazionale, con l’eccellenza dei suoi scienziati, strumenti d’avanguardia come il Telescopio Nazionale Galileo e importanti partecipazioni in missioni spaziali di frontiera”.
Il sistema multiplo di pianeti terrestri transitanti individuato attorno a TRAPPIST-1 e’ straordinario sotto diversi aspetti. Innanzitutto, “e’ il primo sistema contenente pianeti di tipo terrestre nella fascia di abitabilita’ (quell’intervallo di distanze da una stella entro il quale un pianeta di tipo roccioso con un’atmosfera puo’ potenzialmente avere acqua allo stato liquido sulla superficie) per i quali sia stato possibile determinare sia pur in modo preliminare la loro densita’, e quindi la composizione interna, scoprendo che sono probabilmente rocciosi come la nostra Terra- commenta Alessandro Sozzetti, astronomo Inaf-. In secondo luogo, tre dei sette pianeti del sistema sono soggetti a livelli di irraggiamento da parte della stella centrale simili a quelli che Venere, la Terra e Marte ricevono dal nostro Sole, e se posseggono un’atmosfera di tipo terrestre potrebbero avere oceani sulla superficie. Inoltre, la bassissima luminosita’ e le dimensioni paragonabili al nostro Giove rendono gli eventi di transito dei pianeti in fascia abitabile frequenti e facili da rivelare, aprendo la possibilita’ della caratterizzazione dettagliata delle loro proprieta’ atmosferiche con strumentazione di punta gia’ esistente (come HST) o pronta nel futuro prossimo (come JWST). I pianeti roccoisi potenzialmente abitabili attorno a stelle molto piu’ piccole e fredde del Sole, quali TRAPPIST-1, costituiscono dei laboratori eccezionali dove studiare l’impatto sulle proprieta’ atmosferiche (e sul concetto di abitabilita’ stessa) di questi oggetti di storie evolutive molto diverse da quelle da cui ha avuto origine la nostra Terra. In ultima analisi, l’esistenza del sistema planetario di TRAPPIST-1, e in generale il successo della strategia della ricerca di pianeti terrestri attorno a stelle di piccola massa, rende se possibile ancora piu’ urgente moltiplicare gli sforzi per la scoperta e caratterizzazione delle proprieta’ fisiche e delle atmosfere di veri gemelli della nostra Terra, cioe’ pianeti di tipo terrestre nella regione di abitabilita’ di stelle piu’ simili al nostro Sole”. (DIRE)