Neurostar, tecnologia e innovazione contro le malattie degenerative

CROTONE – (Comunicato Stampa) In un interessante convegno tenutosi il 4 maggio 2016 all’Istituto Sant’Anna di Crotone sono stati presentati i risultati del progetto Neurostar. Si tratta di un progetto che ha definito e messo a punto nuove tecniche, sistemi e tecnologie avanzate a supporto dei processi di diagnosi, prognosi e recupero funzionale da malattie come il Parkinson, l’Alzheimer e la Sclerosi multipla, ma anche per le gravi cerebrolesioni acquisite.

“Neurostar è un grande progetto nato dalla sinergia tra pubblico e privato – ha detto Aldo Quattrone, rettore dell’Università Magna Grecia di Catanzaro – per avere un buon impatto sulla salute occorre puntare sull’innovazione e sulla tecnologia. Il fine di Neurostar è di migliorare la conoscenza di alcune malattie degenerative  e rendere industrializzabili alcuni prodotti utili alla cura di questo tipo di patologie”.

Paolo Praticò, direttore generale del dipartimento programmazione nazionale e comunitaria della regione Calabria, ha sottolineato la sinergia tra l’Istituto Sant’Anna e la regione per la realizzazione dei vari dispositivi messi a punto: “Oggi stiamo entrando in una fase dove vediamo i risultati. Pensare che le cose non si possono fare, a volte, diventa un alibi e invece questa é la dimostrazione del contrario. Abbiamo costruito dei processi che consentono di accompagnare lo sviluppo delle idee e la loro realizzazione. La regione sostiene l’innovazione delle imprese,  per migliorare la qualità dei servizi destinati ai cittadini”.

Un momento del convegno
Un momento del convegno

I dispositivi tecnologici presentati dalla casa di cura crotonese sono altamente innovativi e ottimizzano i percorsi diagnostici e terapeutici sia nelle strutture di degenza che al domicilio del paziente. I risultati più eclatanti riguardano un letto di degenza meccatronico per il posizionamento statico e dinamico dei pazienti e la mobilizzazione passiva degli arti. C’è inoltre una evoluzione del robot Aramis per la riabilitazione dell’arto superiore, rappresentato da un doppio esoscheletro. Un ulteriore prototipo per l’avvio alla locomozione è Copernicus, grazie al quale si accorciano i tempi della riabilitazione al cammino. L’ottica è quella di mantenere il paziente al centro dell’attività dell’Istituto e per questo sono stai creati dispositivi non troppo costosi che hanno quindi il pregio di poter essere usate pure a domicilio e quindi seguire i pazienti anche al termine del percorso riabilitativo all’interno della struttura.

Giovanni Pugliese, amministratore unico dell’Istituto, ha messo in luce il grande lavoro fatto al Sant’Anna con Neurostar: “In occasione di questo evento registriamo la presenza del ministero della ricerca per fare la verifica di questo progetto. Lo scopo di Neurostar è stato quello di individuare dei sistemi in grado di migliorare i servizi per la riabilitazione. Per noi del Sant’Anna è stata la dimostrazione che l’unione tra medici, terapisti e tecnici è assolutamente vincente. I risultati riabilitativi ottenuti con l’utilizzo delle tecnologie, sia quelle già presenti sul mercato, sia di quelle sviluppate presso il nostro Istituto per questo progetto, sono oggettivamente migliorativi rispetto alla riabilitazione standard. Nonostante  questo, il Sant’Anna di Crotone è la casa di cura che in Calabria ha avuto quest’anno il taglio al badget più consistente, dopo quelli degli ultimi cinque anni. Al momento li stiamo sostenendo, seppur con tantissime difficoltà, ma non saprei dire quali contromisure potremo adottare se questa situazione dovesse persistere”.

All’evento hanno inoltre relazionato Luigi Gallo, della direzione generale MIUR e Antonio Cerasa, del consiglio nazionale della ricerca-IBFM.