Nicoletta Tinti, l’atleta paraplegica che è tornata a danzare

Nicoletta Tinti

Nicoletta Tinti

BOLOGNA – La sua vita è cambiata in un attimo. Nel 2008, l’esplusione di un’ernia discale le ha compresso il midollo e l’ha costretta su una sedia a ruote. Paraplegia, la diagnosi. “Un giorno stavo bene e il giorno dopo metà del mio corpo s’è fermata”, racconta Nicoletta Tinti, 36enne aretina con un passato da sportiva e da danzatrice. “Ho sempre fatto palestra fin da ragazzina – spiega – Poi tra i 14 e i 17 anni ho fatto parte della nazionale di ginnastica e ho anche coronato il sogno di partecipare alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996”. Poi c’è stata l’università, “ho sempre avuto il pallino per l’ingegneria”, e la danza con la Florence Dance Company, con cui ha lavorato per quattro anni. “La mia esperienza con sport e danza mi ha dato un grande sostegno per affrontare la paraplegia, tanto che uscita dall’ospedale mi sono laureata e ho iniziato a lavorare”, spiega. Le sue giornata trascorrono tra il lavoro e la fisioterapia, ma a lei non basta. “Ho ascoltato chi mi diceva che lo sport mi avrebbe aiutata e per cominciare ho provato il tennis in carrozzina – continua – Avevo paura di non provare le stesse sensazioni che conoscevo, mi sbagliavo. Ho capito che non basta lavorare sul proprio limite, come fa la fisioterapia, ma bisogna anche lavorare sulle potenzialità residue”. È così che Nicoletta è tornata a danzare, prima da seduta in uno spettacolo con la sua vecchia compagnia di Firenze e poi in piedi, grazie all’incontro con la danzatrice Silvia Bertoluzza che ha avuto l’idea di far costruire un carrello in ferro per permetterle di muoversi stando sulle sue gambe. Un’esperienza per lei non nuova: a marzo 2015 Nicoletta ha percorso un chilometro alla Maratona di Roma camminando sulle sue gambe grazie a un esoscheletro.

nicoletta tinti

Nel 2015 Nicoletta Tinti e Silvia Bertoluzza hanno fondato la Compagnia InOltre – che coinvolge altri due danzatori e cinque musicisti – con cui porteranno in scena a Bologna “Assenza”, il 18 dicembre alle 21 nella Sala Silentium di vicolo Bolognetti. Nello spettacolo c’è una coreografia in tre parti su una bambola, coreografia che racconta la storia di Nicoletta: la bambola malata, il funerale della bambola e la bambola nuova. Nicoletta Tinti danzerà, in piedi, grazie a un carrello in ferro che la sostiene e che nello spettacolo non si vede mai, così come la carrozzina, che non entrerà mai in scena. “Qualcuno mi ha anche chiesto perché alla fine non faccio vedere il carrello, ma il senso dello spettacolo non è quello”, spiega Nicoletta che rivela di aver ritrovato grazie a questo progetto, “la libertà di potersi muovere stando in piedi e le stesse sensazioni di quando ballavo con le mie gambe”. (Redattore Sociale)