“Non è un Giubileo per disabili”

ROMA – Mancano pochi giorni dall’apertura del Giubileo delle Misericordia a Roma, ma la città non sembra essere pronta per accogliere le persone con disabilità motoria. Le barriere sono tante, sia nelle strutture ricettive, che nelle stesse chiese giubilari o sui percorsi che faranno i pellegrini e oltre a non permettere una piena partecipazione, sono anche un mancato guadagno per la stessa capitale. A denunciarlo una video inchiesta di Radio Radicale “Barriere sante. Non è un Giubileo per persone disabili” presentata questa mattina a Roma, presso la sala Nassirya del Senato, dall’associazione Luca Coscioni. Grazie a due persone con disabilità, infatti, gli autori dell’inchiesta (Maria Gabriella Lanza e Filippo Poltronieri) hanno testato l’effettiva accessibilità dei luoghi del Giubileo e delle strutture alberghiere e i risultati parlano chiaro.

Per il Giubileo, spiega l’associazione, la città di Roma si appresta ad accogliere circa 33 milioni di persone e i disabili rappresentano una quota non trascurabile. Tuttavia, la città non sembra essere pronta ad accoglierli in maniera adeguata. Lo dimostrano i dati raccolti da alcune delle strutture alberghiere contattate dall’associazione. Su 110 hotel della capitale e 20 convitti religiosi situati nelle vicinanze dei percorsi giubilari, infatti, solo il 14 per cento, cioè uno su 7, è risultato essere a norma. Il 17 per cento, invece, ha almeno una stanza accessibile ma non rispetta le proporzioni stabilite dalla legge. La legge del 1989, infatti, prevede che il numero di stanze accessibili in ogni struttura ricettiva debba essere di almeno due per gli hotel che ne hanno fino a 40.

Nella realtà, però, le cose sono diverse e tra le diverse strutture emerge come siano quelle più costose ad avere più disponibilità di stanze e strutture accessibili, mentre quelle più economiche sono un disastro. Secondo quanto ha potuto osservare l’associazione, infatti, sono gli hotel di lusso ad avere una maggiore disponibilità di stanze accessibili, anche se le percentuali sono molto lontane dal cento per cento: tra i cinque stelle, infatti, il 12,5 per cento ha stanze accessibili. Sono il 24 per cento, invece, quelli a quattro stelle. Per i tre stelle si scende già al 10 per cento. Situazione peggiore per i due stelle o per gli alberghi a una sola stella, con il 7 per cento per i due stelle e con la totalità delle strutture inaccessibili per gli alberghi più economici. Ulteriore discriminazione economica viene inflitta anche dalla tipologia di stanze accessibili. Negli hotel di lusso, spesso, ad essere accessibili sono soltanto le suite.

Tuttavia, non sono solo gli alberghi a risultare inaccessibili a quanti verranno a Roma per il Giubileo. Tra le strutture off limits, infatti, ci sono anche alcune delle chiese giubilari. Secondo quanto osservato dall’associazione, infatti, l’accesso alle chiese romane non risulta meno complesso e delle otto chiese situate sul percorso giubilare, solo la basilica di San Pietro, quella di Santa Maria Maggiore e infine quella di San Giovanni Battista dei Fiorentini sono totalmente accessibili. Le altre, tra cui anche San Giovanni, non hanno accessi che possano permettere l’ingresso ad una sedia a ruote. Non sono mancate, infine, difficoltà con i tram e altri mezzi pubblici con pedane lontane dalle banchine e tram senza rampe, ma anche le strade dei percorsi giubilari non sono sembrate poi così accessibili, spesso senza marciapiedi e con i sampietrini a rendere più difficoltoso il passaggio.

Per Vittorio Ceradini, architetto dell’associazione Luca Coscioni, per Roma si tratta anche di un “disastro economico”. “A Roma i turisti sono circa 14 milioni l’anno – ha spiegato -, stando alle stime il 2,3 per cento cioè 300 mila sono disabili che non vengono da soli, ma possono essere accompagnati quindi stiamo parlando di 600 mila presenze l’anno. Qualcosa di grosso dal punto di vista economico”. Numeri che per il Giubileo si prevede siano più importanti. “ Con 33 milioni di turisti, saranno circa 800mila i disabili che non con le barriere non verranno a Roma, perché se prenotano e gli viene detto che per loro non c’è posto, non verranno. Quanto è il prezzo che paghiamo la stupidità di aver creato barriere?”. Eppure, ha concluso Ceradini, la maggior parte delle barriere sono state realizzate a Roma in “brevissimo tempo tra gli anni 20 e 30”. Una nota storia che “conforta perché in altrettanto brevissimo tempo potremmo eliminare la maggior parte degli ostacoli”.

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